Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature (Climate as a risk factor for armed conflict ovvero Il clima come fattore di rischio per i conflitti armati) esiste il concreto rischio che il continuo aumento della temperatura globale porti a un aumento dei conflitti armati.
Va precisato che la correlazione fra conflitti armati e cambiamenti climatici non è certo una novità dell’ultima ora; da anni viene studiata ed è sicuramente verosimile; non è infatti un mistero che fra le cause delle varie guerre spicchi la scarsità di risorse, scarsità che in molti casi è legata alla situazione climatica. Quello che però sembra preoccupare ultimamente è la rapidità con la quale, ultimamente, si stanno verificando cambiamenti climatici di notevole portata, in particolare l’aumento delle temperature globali.
Lo studio ha coinvolto vari esperti internazionali, non solo di scienza ambientale, ma anche di politica, di economia e di geografia.
La ricerca non fornisce numeri certi; gli autori, infatti, riconoscono che le variabili in campo sono particolarmente numerose e non è possibile sbilanciarsi più di tanto. Ma, la loro analisi degli studi precedenti li ha portati a conclusioni non esattamente ottimistiche.
Una prima stima prende in considerazione il fatto che la temperatura media globale si innalzi di 2 °C rispetto ai livelli pre-rivoluzione industriale; in questo caso, le probabilità del rischio di un incremento del numero dei conflitti armati nel mondo sarebbe inferiore al 13%; superato il limite dei 2 °C arrivando, per esempio, a un aumento medio della temperatura globale di 4 °C, il rischio di conflitti armati subirebbe una notevole impennata arrivando al 26%.
C’è da dire che su questi numeri non c’è unanimità di pareri; alcuni esperti sono più ottimisti e parlano di aumenti del rischio che vanno dallo 0 al 15%; i più pessimisti si spingono a percentuali vicine al 50%.
Il rischio di aumento dei conflitti armati è facilmente spiegabile; se le temperature aumentano, si avrà, solo per fare qualche esempio, anche un incremento dei periodi di siccità e del numero di inondazioni e altre catastrofi ambientali, tutte situazioni che possono portare a crisi economiche più o meno rilevanti e improvvise che finiranno per creare situazioni di altissima tensione sociale, soprattutto nelle zone più povere e in quelle in cui l’economia è per lo più basata sull’agricoltura.
In parole povere, aumento eccessivo della temperatura globale, maggiori catastrofi ambientali e impoverimento di una buona parte della popolazione, maggiori disuguaglianze, maggiori tensioni sociali, maggiori rischi di conflitti armati.
Per quanto sia chiaro a tutti che le guerre non sono solo il risultato di problemi climatici (in molte zone i problemi sono prettamente religiosi, in altre puramente economici, in altre ideologici), il riscaldamento globale non è un fattore che possa essere trascurato.
Esiste una soluzione? La maggior parte degli esperti ritiene che sia necessario investire sempre più risorse nella riduzione dell’inquinamento. Resta da vedere se la politica avrà o no una visione meno miope di quella che ha mostrato fino a ora.