L’emergenza inquinamento da plastica è innegabile e non è un caso che siano tantissimi gli scienziati che cercano di risolvere il problema creando prodotti biodegradabili, non tossici e, ovviamente, a costi sostenibili. Un piccolo passo in questa direzione sembrano averlo fatto dei ricercatori dell’Universidad del Valle de Atemajac, in Messico.
I ricercatori hanno inserito in un estrattore (una sorta di “spremiagrumi”) linfa e foglie di cactus ricavandone un succo che mischiato a determinati composti si trasforma in plastica; la cosa interessante è che si tratta di una plastica con diversi pregi: anche se ingerita non dà alcun problema di salute; i tempi di degradazione sono molto brevi (poche settimane). Sandra Pascoe Ortiz, l’ingegnere che ha sviluppato il materiale ha dichiarato: “Tutti i materiali che utilizziamo possono essere ingeriti sia dall’uomo che dagli animali. E non causerebbero alcun danno.”
Le emissioni di carbonio del nuovo prodotto sono pressoché quelle di una pianta in crescita. I ricercatori fanno anche notare che ricavare bioplastica dai cactus avrebbe anche il vantaggio di non impattare le scorte alimentari; diversi tipi di bioplastica, infatti, vengono ricavati da prodotti quali avena, grano, riso, patate ecc.
I cactus peraltro per la loro crescita non richiedono grandi interventi da parte dell’uomo e la coltivazione può avvenire anche in luoghi in cui si verificano anche lunghi periodi di siccità.
Attualmente il processo di produzione della bioplastica da cactus è limitato al laboratorio universitario (occorrono circa dieci giorni per ottenere il prodotto); la buona notizia è che però, secondo quanto sostenuto dalla Ortiz, il processo potrebbe essere decisamente più rapido se la produzione avvenisse a livello industriale. Sembra in effetti che l’idea abbia già attirato l’attenzione di investitori e imprenditori.