L’età biologica è l’età attribuibile a un individuo in base delle sue condizioni morfologiche e funzionali valutate rispetto a valori standard di riferimento.
In termini molto pratici, esprime
il grado di gioventù del soggetto in base alla media della popolazione.
Questo secondo approccio appare molto più concreto che una valutazione morfologica e funzionale dell’organismo. Entrambe queste valutazioni richiedono infatti analisi approfondite per non incorrere in grossolani errori.
Dire invece che
l’età biologica di una persona esprime l’efficienza del suo fisico in relazione alle normali attività quotidiane
è più immediato e… misurabile.
Salire, senza collassare, i quattro piani di un palazzo in cui si è rotto l’ascensore è cosa normale per un giovane, ma magari per un soggetto di 45 anni, sovrappeso, fumatore e sedentario può diventare un’impresa epica.
Giocare una partita a pallone fra amici è normale per un giovane, ma per un cinquantenne può rivelarsi un incubo, a meno di non vagare come una tartaruga per il campo, sperando che nessuno gli passi la palla.
Fare un’escursione in una calda giornata d’estate può essere piacevole per un giovane, ma può trasformarsi in una prova da marine per un soggetto che pensa di “non avere più l’età per certe cose”.
Gli esempi si potrebbero moltiplicare all’infinito, ma dovrebbe esser chiaro cosa si intende per normali attività quotidiane.
Test e calcolo dell’età biologica
I test e le formule di calcolo che si trovano in letteratura sono spesso facilmente contestabili sia per alcune domande di tipo psicologico (l’età biologica non deve essere confusa con l’età psicologica) sia perché richiedono sempre l’età anagrafica del soggetto (un test che funzioni non deve “sapere” l’età anagrafica del soggetto): con le stesse risposte, varia l’età biologica del soggetto che in genere viene comunque avvicinata all’età anagrafica!
Il grande successo del test del moribondo mi ha fatto capire che le persone avvertono chiaramente il percorso di declino che la loro vita sta imboccando se non si danno una mossa e non cercano un buon stile di vita.
In passato, poiché il sito si occupava soprattutto di sport, e di corsa in particolare, si proponevano diversi test per atleti allenati. Il problema è che l’aggettivo “allenato” ha una soggettività che incide pesantemente sul risultato finale.
L’età biologica è l’età attribuibile a un individuo in base delle sue condizioni morfologiche e funzionali valutate rispetto a valori standard di riferimento
Alla luce di oltre dieci anni di esperienza, di tutti quei test uno solo può essere esteso a una buona parte della popolazione per il calcolo dell’età biologica. Requisito fondamentale è che il soggetto riesca a correre (al suo ritmo, non importa quale) per 3 km. Chiariamo subito che non è l’analogo del test di Cooper (che richiede che si debba correre continuativamente per 12′); qui il prerequisito serve solo a garantire che il soggetto saprà portare a termine il test: se riesce a correre per 3 km di seguito, sicuramente riuscirà a correre 10 volte per 300 m, intervallando una prova dall’altra con un minuto di sosta.
Ovviamente chi è totalmente sedentario, magari in sovrappeso, avrà risultati superiori alla propria età anagrafica, ma questo è la conseguenza del suo cattivo stile di vita.
I 300 m che non mentono
Il nostro test per l’età biologica consiste nel correre 10 volte i 300 metri con il recupero di un minuto da fermi. Misurate attentamente la distanza, questa è l’unica avvertenza da porre; si noti che il clima, cioè soprattutto il vento, è ininfluente perché eventualmente si corre un 300 m a favore e uno controvento (in pista, visto che non si chiude l’anello, ci può essere una leggera influenza del vento). La distanza è così breve che anche da soli si può correre al massimo: se, a causa dell’assenza di compagni, si parte conservativamente nelle prime ripetute, si vedrà che naturalmente nelle ultime si darà il massimo.
La tabella vale infine anche per tutti coloro che non praticano sport di resistenza, come tennisti, calciatori ecc. La tabella riconvertita (per comodità è arrotondata al secondo; il tempo indicato è la media ottenuta sui dieci 300 m, cioè si sommano i tempi in secondi dei dieci 300 m e poi si divide per 10) è la seguente:
L’età fisica (10×300 m con 1′ rec. da fermo)
Età fisica | Tempo Uomini | Tempo Donne |
30 anni | 62″ | 71″ |
40 anni | 68″ | 78″ |
50 anni | 74″ | 85″ |
60 anni | 80″ | 92″ |
70 anni | 86″ | 99″ |
La tabella dei 300 m si ferma a 70 anni perché i dati nella popolazione per le distanze brevi sono estremamente scarsi (ricordo, a solo titolo di cronaca, che il record mondiale master dei 400 m uomini M90 è di Earl Free con 1’29″15, mentre l’analogo record W90 “non esiste”, nel senso che il tempo di E. Garcia de Fontan, 2’46″56 non è certo il meglio che una donna può ottenere).
Mosca. Una sfida fra leggende degli scacchi: Batian (102 anni) contro Averbach (97 anni) – Foto L. Rettore (Torre&Cavallo, 4/2019)
Una curiosità: approssimativamente la media sui 300 m è quella che si tiene su un chilometro: per esempio, se la media è 60″, si corre un 1000 m attorno ai 3’20”.
I valori – Come è calcolata la tabella? Semplice. Si parte dai record mondiali master maschili e si suppone che il record mondiale nelle classi più attempate corrisponda anche a un record mondiale per età. Se l’età media è 80 anni e il record mondiale prevedibile per età è 120 anni (il giapponese Kane Tanaka è attualmente vivente e ha 117 anni e 208 giorni), c’è un divario di 40 anni circa, quindi si valuta il record mondiale sulla prova* e si sottraggono 40 anni. Gli altri dati si ottengono per interpolazione. Si è scelto il record mondiale master 80 perché si suppone che in questo caso (per ovvi motivi di carico) l’allenamento di specialità non possa falsare i dati.
* Si parte dal record mondiale master 80 sugli 800 m, si stima quello sui 1000 m (distanza non corsa dai master), si calcola il valore sulla prova (vedi nota precedente) e si sottraggono 40 anni. Ottenendo il valore della prova per un 40-enne. I dati femminili si ottengono con la solita proiezione fisiologica del 15% in più.
Età biologica e aspettativa di vita – Si deve sottolineare che non esiste una relazione stretta fra età biologica (che comunque conta) e aspettativa di vita. Molti 40-enni maschi sedentari, anche non in sovrappeso, non riuscirebbero a correre la prova in 1’08”; ciò non vuol dire che non arriveranno a 80 anni, anzi molti di loro ci riusciranno, grazie soprattutto all’aiuto della medicina. Molto probabilmente però non arriveranno in buona salute, cioè completamente sani.
Perché non 200 o 400 m? – Per il calcolo dell’età biologica perché non utilizzare tratti di 200 o 400 m? Correre 200 m è ancora un gesto anaerobico molto alattacido; per renderlo lattacido sarebbe necessario ridurre molto il recupero, per esempio 30”. Ma su 30” anche 3-4” in più o in meno di recupero fanno molta differenza (e spesso il soggetto pensa che recuperare 30” o 35” sia la stessa cosa e, per motivi di praticità, finisce la conversazione con l’amico, lascia passare una macchina ecc.). Viceversa i 400 andrebbero bene, ma più si allunga la distanza più conta l’allenamento del soggetto e quindi diminuisce l’universalità del test. I 300 sono ottimali.
La prova di anzianità
Per chi è stato bocciato dal test sui 300 m, la prova d’appello consiste nella prova di anzianità: dimostrare di avere un’età biologica inferiore ai 65 anni. La prova è molto semplice. Il soggetto è a piedi nudi davanti a un tavolo o una sedia dove ci sono dei pantaloni (per esempio quelli di una tuta, quindi non attillatissimi!). Deve prendere i pantaloni e infilarseli senza appoggiarsi al tavolo o alla sedia o ad altro supporto.
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