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Ozonoterapia

L’ozonoterapia (anche ossigeno-ozonoterapia) è una terapia che si basa sull’utilizzazione dell’ozono; l’ozono è un gas formato da tre molecole di ossigeno; la sua formula molecolare è infatti O3*; fu scoperto nel 1839 da Christian Friedrich Schönbein, un chimico tedesco naturalizzato svizzero. L’ozono è una sostanza presente in grandi quantità nell’atmosfera terrestre dove viene prodotto grazie all’azione dei raggi ultravioletti sull’ossigeno.

L’utilizzo dell’ozono a scopi terapeutici

L’ozono viene sfruttato in vari campi, in particolare in ambito industriale e in campo medico; in quest’ultimo settore viene utilizzato miscelandolo a O2 (si parla di ozono medicale, noto anche come O2-O3); la miscela è composta per il 97% da ossigeno e per il 3% da ozono.

L’ozonoterapia non è certo una tecnica nuova; è infatti praticata da quasi un secolo (sembra che le prime applicazioni di ozonoterapia risalgano alla Grande Guerra; attraverso di essa si curavano le ferite agli arti sfruttando il potere disinfettante dell’ozono per evitare la diffusione della cancrena), ma per un approfondimento delle ricerche sulle possibili applicazioni dell’ozonoterapia si sono dovuti attendere moltissimi anni (ultimo ventennio del XX secolo).

L’obiettivo essenziale del trattamento con ozono medicale è essenzialmente quello di aumentare la quantità di ossigeno (o dei suoi radicali) introducendo ozono nell’organismo. Come vedremo più avanti, l’ozonoterapia è stata proposta per il trattamento di molte condizioni patologiche, ma nel mondo scientifico non c’è una concordanza sulla validità di questa opzione terapeutica; maggiore uniformità di vedute sembra esserci nel riconoscere la validità dell’ozonoterapia nel trattamento dell’ernia discale.

Modalità di somministrazione e indicazioni dell’ozonoterapia

L’ozonoterapia può essere effettuata attraverso diverse modalità di somministrazione; la miscela di ozono e ossigeno può infatti essere somministrata per via intrarteriosa, per via intravenosa, con iniezione intrarticolare, con iniezione sottocutanea, con insufflazione intestinale, attraverso piccola autoemotrasfusione, attraverso grande autoemotrasfusione, con applicazioni locali, con acqua ozonizzata, con creme a base di ozono e con olio ozonizzato.

Un brevissimo cenno alle modalità di autoemotrasfusione; questa tipologia di somministrazione dell’ozonoterapia consiste nel prelevare un determinato quantitativo di sangue, nell’ozonizzarlo e nel reinfonderlo a circuito chiuso. Questa pratica peraltro è stata al centro di alcuni casi di doping sportivo (il trattamento di sangue con ozono medicale è considerata dalla WADA come una vera e propria forma di doping).

Nota – L’ozonoterapia non viene effettuata attraverso inalazione perché l’ozono è tossico se viene inalato, ma non sembra dar luogo a effetti indesiderati se somministrato per altre vie e a corretti dosaggi, dosaggi che non devono eccedere le capacità che il glutatione e gli enzimi deputati all’anti-ossidazione (l’enzima superossido dismutasi e l’enzima catalasi) hanno di impedire che vi sia un accumulo di perossido di idrogeno e di anione superossido.

Controindicazioni

L’ozonoterapia è controindicata in caso di gravidanza, ipertiroidismo, favismo, gravi patologie cardiovascolari e/o ematologiche e/o respiratorie in fase clinica di scompenso.

Benefici dell’ozonoterapia

L’ozonoterapia sfrutta le proprietà biochimiche dell’ozono; impiega, come già accennato, una particolare combinazione di ossigeno e ozono; l’ossigeno introdotto ha un effetto antiossidante; inoltre, poiché l’ozono è prodotto naturalmente dai globuli bianchi per difendersi dai corpi estranei al nostro organismo, la tecnica ha anche un effetto antinfiammatorio. Infine ha anche un effetto antidolorifico perché inattiva i mediatori algogeni e favorisce la produzione di endorfine.

Inoltre, esplicherebbe azioni battericida, fungicida e virustatica; la somministrazione di ozono medicale dovrebbe favorire il rilascio e l’utilizzo dell’ossigeno del corpo nonché il rilascio dei fattori di crescita in grado di stimolare la rigenerazione osteoarticolare.

Ozonoterapia: campi d’azione

ozonoterapiaSecondo i fautori dell’ozonoterapia, il suo campo di applicazione è decisamente vasto e le patologie che possono trarne giovamento non sono certo affezioni di poco conto. L’ozonoterapia sarebbe infatti efficace nel trattare numerose patologie di tipo vascolare e di tipo neurologico nonché tutta una serie di malattie a carattere artroreumatico; l’ozonoterapia sarebbe altresì utile per trattare i problemi di immunodepressione, le epatiti virali di tipo acuto o cronico e l’herpes zoster.

L’elenco delle patologie vascolari e neurologiche è impressionante, si va da ulcere necrotiche, vascolari e diabetiche alla maculopatia degenerativa, dal morbo di Parkinson all’Alzheimer, dalla disfunzione erettile alla sclerosi multipla, ma se ne potrebbero citare molte altre ancora.

L’elenco delle patologie artroreumatiche che sarebbe possibile trattare con l’ozonoterapia è ancora più esteso: ernie del disco, colpo di frusta, artrosi lombo-sacrale, lombosciatalgie, gonartrosi, periartriti, sindrome del tunnel carpale, metatarsalgie, neuroma di Morton, tendiniti, traumi sportivi ecc.

NOTA – Il puro buon senso dovrebbe spingere a essere molto cauti verso tutte quelle terapie che promettono di curare tutto o quasi tutto, in particolar modo quando si parla di patologie estremamente gravi (basti pensare al morbo di Parkinson o alla sclerosi multipla). Attualmente infatti non esistono studi scientificamente incontestabili che abbiano dimostrato l’efficacia dell’ozonoterapia; secondo la medicina ufficiale, molte delle malattie citate poco prima sono ritenute ancora non curabili.

Ozonoterapia ed ernia del disco

Oggi l’ozonoterapia è praticata in centri di eccellenza per la cura dell’ernia discale, ma si pensa già al futuro con un possibile utilizzo per le articolazioni.

L’ozono potrebbe essere iniettato con uso intra-articolare per sfruttarne l’efficacia antinfiammatoria e analgesica; oppure potrebbe essere interessante utilizzarlo insieme all’acido ialuronico potenziando mutuamente gli effetti delle due sostanze. Lo scopo finale è quello di sostituire l’impiego del cortisone nelle articolazioni per evitare gli effetti collaterali di quest’ultimo.

Uno degli utilizzi più diffusi dell’ozonoterapia è, come detto, il trattamento dell’ernia del disco (discolisi con ozono). Si tratta di un’opzione terapeutica che viene talvolta consigliata per trattare quelle ernie del disco abbastanza contenute nelle quali le terapie conservative non hanno ottenuto gli effetti sperati, ma per le quali si ritiene che il ricorso all’intervento chirurgico a cielo aperto sia da considerarsi un’opzione terapeutica non adeguata. Un trattamento completo richiede indicativamente l’effettuazione di una decina di sedute della durata di alcuni minuti.

La somministrazione della terapia può essere effettuata attraverso l’iniezione dell’ozono a livello dei muscoli paravertebrali; tale modalità non è condivisa da alcuni autori che ritengono che la sua efficacia non superi quella del placebo. Alcuni autori ritengono che la terapia per l’ernia del disco possa avere maggiore efficacia se la miscela di ossigeno e ozono viene somministrata per via peridurale o per via intradiscale o, addirittura, utilizzando entrambe queste vie; gli stessi autori ammettono però che non vi sono però dati scientifici esaurienti nei riguardi di questi due meccanismi d’azione.

Talvolta l’ozonoterapia viene associata ad altre tecniche di intervento come la discectomia endoscopica e la nucleoplastica con radiofrequenze.

Effetti collaterali e rischi dell’ozonoterapia

Negli ultimi dieci anni l’ozonoterapia ha migliorato la sua fama soprattutto perché è passata nelle mani di personale sicuramente più qualificato. Ancora quindici anni fa si era raccolta un’ampia casistica di complicazioni importanti, legate all’uso dell’ozono sia intramuscolare paravertebrale che intradiscale.

Da quanto detto, emerge il fatto che, se ben fatta da personale qualificato, l’ozonoterapia ha effetti collaterali e rischi modesti. Gli effetti collaterali si limitano a fastidio o gonfiore nella zona di inoculazione per una decina di minuti; rari sono sanguinamenti e infezioni.

Una preoccupazione legata alla modalità di somministrazione è di non eccedere con le dosi di ozono, che devono essere compatibili con le capacità antiossidanti dei nostri enzimi, per evitare che l’ozonizzazione del sangue e dei tessuti generi radicali liberi in eccesso.

Funziona?

Limitandoci alla sola valutazione dell’impiego dell’ozonoterapia nell’ernia del disco, occorre rilevare che c’è ancora parecchio scetticismo. Come spiegare la bocciatura in campo scientifico fatta da molti addetti ai lavori e la sua promozione addirittura con tassi del 70-90% di guarigione fatta da altri altrettanto autorevoli medici? Probabilmente, si deve rilevare che le statistiche favorevoli sono tali su casi di modesta portata; tali statistiche diventano decisamente peggiori quando si considerano casi più gravi. In sostanza, prima di parlare di ozonoterapia si dovrebbe accertare la sua reale efficacia nel caso in esame.

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* L’ozono è quindi una forma allotropa dell’ossigeno (l’allotropia è la proprietà che una sostanza ha di esistere in diverse forme).

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