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I regni romano-barbarici

Il testo sottoriportato è protetto dal diritto d’autore e ogni riproduzione (cartacea, elettronica, in Internet) deve essere esplicitamente autorizzata per evitare di incorrere nelle sanzioni previste dalla legge.

I regni romano-barbarici

Con il termine “barbari” (dal gr. bárbaros, “balbuziente”, per indicare lo straniero incapace di pronunciare correttamente la lingua greca) si indicavano i popoli estranei alle civiltà greca e romana, soprattutto quelli che diedero vita a regni autonomi sui territori del precedente impero romano.

I popoli barbari erano inizialmente nomadi, praticavano un’agricoltura rudimentale, la caccia e la lavorazione dei metalli. L’unica classe sociale era quella dei guerrieri che eleggevano il re e prendevano le decisioni più importanti; avevano una propria religione, i cui principali dei erano Odino (dio della magia e della vittoria) e Thor (dio del tuono).

I vandali facevano parte di un’antica popolazione germanica che nel V sec. invase Italia, Spagna e Africa settentrionale compiendo feroci devastazioni. Nella penisola iberica penetrarono provenendo dalla Gallia. Di qui, sotto la spinta dei visigoti, passarono in Africa dove conquistarono Mauritania, Numidia, Cartagine e Africa proconsolare, guidati da re Genserico. Quindi invasero anche Sardegna, Corsica, Baleari e Sicilia. I bizantini succedettero al loro dominio.

Anche i visigoti erano un’antica popolazione germanica che costituì, insieme agli ostrogoti, uno dei due grandi rami dei goti. I visigoti, originari della regione baltica, nel II sec. erano stanziati sul Dnestr e sul Mar Nero. Ottenuta l’autorizzazione a stabilirsi in territorio romano, si ribellarono e invasero i Balcani e sconfissero l’imperatore Valente ad Adrianopoli. Sotto Teodosio divennero federati dell’impero romano. All’inizio del V sec. il loro capo, Alarico, li guidò contro l’Italia, arrivando a saccheggiare Roma (410). Alla morte di Alarico furono spinti fino in Spagna e qui formarono il regno di Tolosa, che nel V sec. giunse a comprendere quasi tutta la penisola iberica e alcune province francesi. Furono poi sconfitti dai franchi.

Gli ostrogoti rappresentavano anch’essi un’antica popolazione germanica, le cui prime notizie risalgono alla fine del III sec. d.C., quando invasero per la prima volta l’impero romano. Sconfitti da Costantino e poi dagli unni di Attila, alla morte di questi, si stabilirono in Pannonia e poi nella Mesia. Successivamente Teodorico li guidò in Italia, dove sconfissero Odoacre e diedero vita a un regno che comprendeva quasi l’intera penisola. Alla morte di Teodorico seguì l’indebolimento dell’organizzazione del regno e la sconfitta da parte dei bizantini, dopodiché scomparvero dalla storia d’Italia.

Infine, pure i franchi provenivano da tribù germaniche del III sec. stanziate lungo il corso del Reno. Suddivise in salii e ripuari, gli uni con stanza lungo il basso corso del fiume fino al mare e gli altri tra Treviri e Colonia. Il loro tentativo iniziale di penetrazione in Gallia fu respinto dai romani; in seguito entrarono nell’impero come federati. Alla fine del V sec., Clodoveo I (dinastia merovingia), fautore dell’integrazione tra i franchi e i romani, unificò e convertì i franchi e stabilì la capitale del regno a Parigi, avviando il processo di fusione con le popolazioni galliche che avrebbe condotto alla nascita della Francia. Il regno dei franchi si smembrò successivamente in Austrasia e Neustria e i re che succedettero a Clodoveo I, denominati “re fannulloni“, destinarono ai maestri di palazzo il compito di esercitare il potere regale. A metà dell’VIII sec. con l’ascesa al potere di Pipino il Breve (figlio di Carlo Martello e padre di Carlo Magno), si chiuse il periodo dei re fannulloni e iniziò la dinastia carolingia. Pipino scese in Italia dove sconfisse ripetutamente i longobardi, donando al papa alcuni territori che avrebbero costituito la parte originaria dello Stato della Chiesa.

 

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