I profondi mutamenti politici che avvennero alla fine del medioevo corrisposero anche a mutamenti culturali che portarono alla crisi della cultura ecclesiastica; mentre nel medioevo si celebrava la vita ultraterrena come fine ultimo dell’uomo, s’incominciò, per contrapposizione, a esaltare la vita terrena. La riscoperta del mondo classico, romano e greco, portò all’umanesimo e al rinascimento (la civiltà culturale e artistica nata con l’umanesimo); grande attenzione fu anche data alla natura e alla scienza, arrivando a nuove scoperte che dettero anche l’avvio ai grandi viaggi d’esplorazione.
Nel medioevo la produzione artistica era totalmente incentrata su temi religiosi; basti ricordare la Divina Commedia di Dante, le pitture di Giotto o le grandi basiliche romaniche e le cattedrali gotiche.
In filosofia, la scolastica (il cui nome deriva dal fatto che era insegnata nelle scuole) dominava le altre correnti; proprio nelle scuole la Chiesa aveva affermato il suo potere. Nonostante le università fossero nate da associazioni laiche, la Chiesa vi inserì i propri insegnanti e i propri cancellieri che avevano il compito di concedere la licentia docendi, cioè il permesso di insegnare. La presenza ecclesiastica nelle università aumentò nel XIII sec. in seguito al massiccio ingresso degli ordini mendicanti (domenicani e francescani).
La necessità di una formazione tecnico-professionale per favorire i commerci portò alla creazione di scuole al di fuori del controllo ecclesiastico; l’avvento delle signorie fece sì che anche le corti divenissero un centro culturale alternativo alle università; nelle corti i principi gareggiarono nell’attrarre artisti, letterati e filosofi. Gli intellettuali da parte loro cercavano di diventare consiglieri dei principi e di collaborare alla vita delle corti; Cesare e Augusto divennero i modelli ideali di sovrani che favorivano la cultura.
Nelle classi più colte nacque l’idea di una comune civiltà fondata nella cultura classica e nella lingua dell’antica Roma. I principali centri di cultura furono Firenze, Milano, Roma e Napoli, ma sono da ricordare anche centri minori come Urbino, Ferrara, Mantova, Rimini, dove i Montefeltro, gli Estensi, i Gonzaga e i Malatesta non furono inferiori agli altri signori (soprattutto ai Medici e ai Visconti) nell’attirare a sé gli intellettuali del tempo.
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