L’espansione dell’impero persiano lo portò in contatto con le colonie greche che, appoggiate da Atene, si ribellarono al tentativo di annessione. Mentre alcune città, fra cui Tebe, accettarono la sottomissione a Dario, re dei persiani, Atene e Sparta dichiararono guerra, affidando il comando delle operazioni a Milziade.
Milziade sconfisse i persiani a Maratona (490 a.C.) battaglia celebre per l’aneddoto di Filippide, il messaggero che portò la notizia della vittoria ad Atene (distante 42 km da Maratona, da cui la nascita della distanza classica della gara olimpica); arrivato stremato, Filippide morì dopo l’annuncio.
Alla morte di Dario, dieci anni dopo, il figlio Serse iniziò i preparativi per una nuova spedizione. Atene e Sparta riconfermarono la loro alleanza e, con altre città-Stato, costituirono la Lega panellenica il cui comando militare toccò allo spartano Leonida.
Lo scontro avvenne alle Termopili e i greci furono sconfitti, Atene fu devastata, dopo essere stata lasciata dagli ateniesi, rifugiatisi a Salamina. L’ateniese Temistocle puntò sulla flotta e si preparò a fronteggiare i persiani davanti al Pireo dove riuscì a respingerli. L’anno successivo, un nuovo tentativo persiano naufragò nella battaglia di Platea, a opera dello spartano Pausania, e in quella navale di Micale.
I persiani furono tenuti sotto controllo finché nel 460 a.C. ad Atene salì al potere Pericle che affidò il commando militare a Cimone che sconfisse definitivamente i persiani nella battaglia di Salamina in Cipro nel 449 a.C., ponendo fine alle guerre persiane.
Manuale di cultura generale – Storia – Le guerre persiane – Continua