Maometto fondatore e profeta dell’islamismo, nacque tra il 567 e il 572 d.C. nella regione dello Ḥijāz, altopiano desertico lungo la costa occidentale dell’Arabia che si affaccia sul Mar Rosso. In questa regione vicino a oasi fiorenti si trovavano già nel VI secolo due centri abitati da popolazione sedentaria di mercanti, La Mecca e Yathrib (successivamente chiamata Medina). Popolazioni sedentarie erano stanziate anche nello Yemen (l’Arabia Felix dei latini) che aveva scambi mercantili e culturali con la vicina Etiopia cristiana. L’influenza del cristianesimo giungeva in Arabia anche dal nord. Regni cristiani si trovavano nella zona settentrionale dell’Arabia in particolare presso il confine bizantino e persiano. Sulla via che collegava lo Yemen al mondo bizantino, La Mecca godeva di una condizione commerciale privilegiata; in particolare contribuivano a dare importanza alla città le grandi fiere annuali che si svolgevano nelle sue vicinanze e il culto della Pietra Nera nel santuario della Ka’ba (edificio cubico). La vita religiosa della Mecca culminava nella cerimonia del pellegrinaggio. In questo ambiente nacque e visse Muhammad profeta dell’Islam, conosciuto in Occidente con il nome di Maometto. Le fonti che descrivono la vita del Profeta sono il Corano e la raccolta di tradizioni formatasi nei secoli successivi.
Sotto i successori di Maometto, i califfi, si costituì un vero e proprio impero teocratico.
La dinastia dei califfi omayyadi che resse l’impero islamico fino a metà dell’VIII sec., il califfato degli Omayyadi, ebbe per capitale Damasco, si estese dall’Asia centrale alla Spagna e portò a un grande sviluppo delle arti e della scienza, fondendo le culture indiana ed ellenica nella nascente cultura islamica. Nel 750 furono sconfitti dalla rivolta guidata dagli Abbasidi, che fecero massacrare i membri della famiglia.
La dinastia degli Abbasidi fu fondata da uno zio di Maometto; dopo aver sconfitto gli Omayyadi, la dinastia stabilì la propria sede in Iraq, coprì circa cinque secoli e fu sull’esempio dei persiani sassanidi, l’artefice della crescita e dello splendore della cultura islamica, sviluppando le arti e le scienze e integrando nella civiltà araba anche quelle persiana, greca, siriana e indiana. Il fratello del capostipite, al-Mansur, fondò nel 762 la città di Baghdad che venne eletta a capitale dell’impero. L’apice dello sviluppo della dinastia degli Abbasidi si ebbe all’inizio del IX sec. Il potere del califfato arabo degli Abbasidi terminò, dopo le prime disgregazioni del territorio per culminare con l’invasione dei mongoli (1258) che uccisero l’ultimo califfo abbaside.
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