Dalla metà degli anni ’70, giovani esponenti della nuova Sinistra, guidati da Agostino Depretis, portarono avanti un programma che prevedeva la riforma tributaria a difesa delle fasce meno abbienti, l’istruzione elementare obbligatoria, il decentramento amministrativo e la fedeltà alla monarchia. Nel 1876 Depretis andò al governo e vi rimase per undici anni; due anni dopo salì al trono Umberto I.
Sotto la politica di Depretis (trasformismo) l’Italia strinse con Austria e Prussia la Triplice Alleanza in funzione essenzialmente anti-francese e iniziò una politica coloniale che, inizialmente, fu disastrosa (sconfitta di Dogali in Eritrea).
A Depretis succedette Francesco Crispi sotto il cui governo furono emanate le leggi sulla sanità pubblica e il nuovo codice penale Zanardelli che aboliva la pena di morte e introduceva il diritto di sciopero. In politica estera firmò il trattato di Uccialli nel quale l’Etiopia riconosceva all’Italia le conquiste in Eritrea; quando il negus Menelik rinnegò il trattato, l’esercito italiano fu sconfitto ad Adua e Crispi dovette dimettersi, facendo cadere il Paese in una profonda crisi.
Vi furono disordini (a Milano il generale Bava Beccaris sparò sulla folla) e una spiccata instabilità politica che culminò con l’assassinio di Umberto I a Monza a opera dell’anarchico Bresci (1901). Gli succedette Vittorio Emanuele III.
Manuale di cultura generale – Storia – La Sinistra al potere – Continua