Dopo la Prima guerra mondiale, la diplomazia europea si mosse in chiave antitedesca, fino al 1925 quando, con gli accordi di Locarno, la Germania riconobbe la pace di Versailles e fu accolta nella Società delle Nazioni.
In questo clima di pacificazione l’Italia cercò accordi con Francia e Regno Unito e il patto di Roma con la Jugoslavia permise l’annessione di Fiume. Il clima durò pochi anni perché Italia, Germania e Giappone, ritenendo gli accordi troppo penalizzanti, iniziarono una politica revisionista e la Germania e il Giappone si ritirarono dalla Società delle Nazioni.
La diplomazia non riuscì a contrastare l’ascesa tedesca mentre l’Italia coltivava il suo imperialismo con la conquista dell’Etiopia (guerra d’Africa, conclusasi in meno di un anno nel 1936). Durante la guerra civile spagnola (1936-39), nazismo e fascismo intervennero a fianco dei conservatori di Francisco Franco; Germania e Italia fondarono l’Asse Roma-Berlino esteso successivamente al Giappone. Anche l’Italia uscì dalla Società delle Nazioni e la Germania incominciò la sua campagna di annessioni, prima con l’Austria e poi con la Cecoslovacchia.
Agli inizi del 1939, Hitler chiese alla Polonia Danzica mentre l’Italia occupò l’Albania; Germania e Italia firmarono il Patto d’acciaio con cui le due potenze si promettevano aiuto reciproco in caso di guerra. Anche l’URSS di Stalin firmò con Hitler un trattato di non aggressione.
L’inizio della guerra
Quando la Germania invase la Polonia, Francia e Regno Unito, alleate della Polonia, dichiararono guerra alla Germania mentre l’Italia mantenne lo Stato di non belligeranza e il Giappone si dichiarò neutrale per quanto riguardava la guerra in Europa. Dopo l’invasione tedesca della Polonia, Germania e Unione Sovietica perfezionarono il loro accordo, accordandosi per la spartizione della Polonia e l’espansione dell’influenza sovietica nel Baltico con l’annessione di fatto di Estonia, Lettonia e Lituania. 450.000 ebrei polacchi furono rinchiusi nel ghetto di Varsavia dai tedeschi.
Il conflitto durò sei anni (1939-1945), ma due furono le caratteristiche globali della guerra, il coinvolgimento della popolazione civile e la battaglia dell’Atlantico.
A causa del progredire dei mezzi aerei, le popolazioni subirono gravi danni perché potevano essere colpite anche se molto distanti dalle zone di scontro degli eserciti; celebri i tentativi dei tedeschi di usare armi missilistiche innovative (per esempio le V2 sganciate su Londra e Anversa).
La battaglia dell’Atlantico (la locuzione si deve a Winston Churchill) praticamente si protrasse sul piano navale e aereo per tutti i sei anni del conflitto, raggiungendo il suo apice fra il 1940 e il 1943. Inizialmente la motivazione del conflitto da parte tedesca fu la necessità di ostacolare il rifornimento di approvvigionamenti provenienti dagli USA a Gran Bretagna e (successivamente) all’Unione Sovietica).
A partire dal 1943, grazie alla loro schiacciante superiorità di mezzi, all’impiego di strumenti (radar e sonar) e a tattiche innovative, la situazione volse a netto favore degli Alleati fino alla definitiva sconfitta tedesca.
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