Il re Vittorio Emanuele II assunse il comando dell’esercito, che si unì alle truppe francesi allorché Napoleone III giunse ad Alessandria. Le battaglie di Palestro e Magenta decretarono la supremazia degli alleati franco-piemontesi e Napoleone III e Vittorio Emanuele II entrarono trionfanti in Milano. Intanto Garibaldi proseguiva con la presa di Bergamo, Brescia e Salò. Nonostante l’esonero del comandante Gyulai e l’assunzione del comando delle truppe austriache da parte dell’imperatore Francesco Giuseppe, le sorti delle battaglie di Solferino e S. Martino furono ancora favorevoli ai franco-piemontesi; preoccupato per le perdite e per un possibile intervento della Prussia, Napoleone III propose quindi l’armistizio a Francesco Giuseppe (Villafranca) e in seguito fu firmata la pace a Zurigo. La Lombardia venne ceduta alla Francia, che a sua volta l’avrebbe ceduta a Vittorio Emanuele, mentre Parma, Modena e Firenze decretarono l’annessione al regno di Sardegna.
Garibaldi, sempre più insofferente verso la politica diplomatica dei Savoia, con l’aiuto dell’ala più rivoluzionaria dei radicali, organizzò i movimenti contro il granduca in Toscana e nelle Marche contro lo Stato pontificio, ma Vittorio Emanuele lo persuase ad abbandonare ed egli si ritirò a Caprera. Fu in questo contesto che decise di liberare dall’oppressione dei Borboni il Regno delle due Sicilie. Nel maggio 1860 Garibaldi e i Mille si imbarcarono a Quarto, vicino a Genova e sbarcarono a Marsala.
Giuseppe Garibaldi
Con i suoi Mille conquistò di sorpresa Palermo mentre la guerriglia e la rivolta si propagavano per tutta l’isola. A luglio sconfisse il grosso dell’esercito borbonico a Milazzo. La Sicilia orientale cadde e fu occupata dai garibaldini (ai quali si erano aggiunti migliaia di volontari isolani) che, eludendo la flotta napoletana, sbarcarono in Calabria passando lo stretto di Messina. Cavour, che aveva più subìto che appoggiato la spedizione, non appena si rese conto della portata del successo militare, tentò di condizionarne il risultato politico chiedendo un’annessione della sola Sicilia, ma Garibaldi rifiutò perché fiducioso delle proprie capacità e convinto che, dopo Napoli sarebbe stata la volta di Roma. In settembre entrò a Napoli con alcuni compagni. La conquista definitiva del Regno delle due Sicilie fu decisa sul Volturno. Con questa vittoria era, di fatto, al comando di metà Italia ma, accantonando le divergenze con Vittorio Emanuele II, nell’incontro di Teano gli consegnò formalmente i territori liberati salutandolo come primo re d’Italia.
Manuale di cultura generale – Storia – La Seconda guerra d’indipendenza e la spedizione dei Mille – Continua