All’inizio dell’età moderna, nell’Europa occidentale si affermarono monarchie e regimi oligarchici. Aumentò il peso della borghesia a cui vennero affidate molte cariche pubbliche.
In Spagna, grazie al matrimonio di Ferdinando d’Aragona con Isabella di Castiglia e alla cacciata degli arabi, il territorio venne unificato sotto un’unica monarchia che annesse successivamente anche il Portogallo per l’estinzione dei Braganza. Fu il periodo del tribunale dell’Inquisizione che doveva vigilare sulla purezza di sangue degli spagnoli.
L’Inghilterra arrivò nelle mani della dinastia Tudor con la quale si ebbe un notevole periodo di prosperità nelle contee inglesi; già da allora il parlamento era diviso in due Camere, quella dei Lord (nobiltà maggiore e vescovi), e quella dei Comuni (piccola nobiltà e borghesia cittadina) che era l’organo rappresentativo del popolo.
In Francia, Luigi XI aveva avviato una politica di riforme sovvenzionate dalle tasse come la gabella (l’imposta sul sale) o la taglia (sia personale, se riferita alle persone, o reale, se riferita alle terre possedute dai non nobili). Un organo rappresentativo convocato dal re per importanti provvedimenti erano gli Stati Generali, che rappresentavano tutti i ceti; il loro peso decrebbe con il rafforzarsi della monarchia.
A nord, dalla fine del XIV sec., Svezia e Norvegia erano annesse alla Danimarca in seguito all’Unione di Kalmar; la Svezia si staccò solo all’inizio del XVI sec. grazie alla proclamazione dell’indipendenza da parte del re Gustavo I Vasa.
Nell’Europa orientale, il ruolo del sovrano (di solito elettivo; da ricordare in Ungheria il regno di Mattia Corvino che portò il Paese a un grande splendore culturale) era decisamente limitato dalla nobiltà che nelle diete prendeva le decisioni più importanti. Solo nel Granducato di Mosca con Ivan III il Grande si posero le basi di un nuovo Stato monarchico, la Russia.
I turchi continuavano ad avanzare, ma dopo la presa di Costantinopoli (1453) la cristianità prese coscienza del pericolo e si mobilitò nel consolidamento delle frontiere.
Nel sacro romano impero, la lotta delle investiture, i conflitti provocati dalla dinastia sveva, i contrasti interni all’impero (signorie e comuni) indebolirono non poco il potere politico. Nel 1356 la Bolla d’Oro, emanata da Carlo IV di Lussemburgo, stabilì le norme per l’elezione imperiale; l’impero venne privato di molti territori meridionali, identificandosi sempre più con il solo regno germanico. Anche Carlo V dovette accettare una sovranità limitata (1555, pace di Augusta) al di fuori dell’area tedesca.
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