Negli Stati Uniti le tensioni tra il Nord industriale e il Sud agricolo portarono a una sanguinosa guerra civile. Combattuta tra il 1861 e il 1865, fu causata dal problema dell’abolizione della schiavitù. La questione era stata inizialmente regolata con la possibilità per i singoli Stati di abolire o no tale istituto.
L’elezione a presidente degli Stati Uniti di Abramo Lincoln, favorevole all’abolizione, fece precipitare il conflitto nel quale si trovarono di fronte i ventiquattro Stati del Nord contro gli undici del Sud i quali proclamarono la secessione e si costituirono in confederazione.
Abramo Lincoln
Nel dicembre 1861 la Carolina del Sud abbandonò l’unione dichiarandosi indipendente, seguita dagli altri Stati del Sud. Le ostilità furono aperte dall’attacco al forte Sumter. Nei primi due anni di guerra le sorti furono favorevoli all’esercito sudista comandato dal generale Lee, ma, dopo l’affidamento dell’esercito nordista al generale Grant, le sorti del conflitto cambiarono e i nordisti ebbero la meglio, soprattutto grazie alla sanguinosa battaglia di Gettysburg, alla vittoria di Vicksburg, alla presa di New Orleans e di Savannah (a opera di Sherman). La caduta di Richmond portò alla resa del generale sudista Lee e alla pace di Appomattox (1865) che mise fine alla guerra di secessione americana.
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