Durante tutta la preistoria, il subcontinente indiano fu abitato da popolazioni negroidi, austroasiatiche o dravidiche e nel bacino dell’Indo (Mehrgarh) si sviluppò la rivoluzione neolitica (IX-VII millennio a.C.). La civiltà dell’Indo (Mohenjo-daro), urbana e dotata di una scrittura a pittogrammi, fu al suo apogeo fra il 2400 e il 1800 a.C.
La civiltà dell’Indo fu distrutta dall’invasione degli ariani, popolazioni di lingua indoeuropea. Gli ariani arrivarono dall’Asia centrale e colonizzarono l’India del nord che adottò la loro lingua, il sanscrito, la loro religione vedica (alla base dell’induismo) e la loro concezione di gerarchia sociale (sistema delle caste). Tra il 1000 e il 900 a.C. si ebbe la comparsa del ferro. L’India entrò nella storia all’epoca della vita di Buddha (560-480 a.C.), contemporaneo di Mahavira, fondatore del giainismo. Nel 327 a.C. Alessandro Magno raggiunse l’Indo e vi fondò alcune colonie greche. Dopo Alessandro l’India ebbe un periodo di grande splendore con l’impero Maurya che venne portato al suo apogeo da Aśoka (III sec. a.C.) che estese il suo dominio dall’Afghanistan al Deccan e inviò missionari buddhisti nell’India del sud e a Ceylon. Nel I sec. d.C. l’India, divisa, subì l’invasione dei kusana.
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