All’inizio del II sec. Traiano portò l’impero al suo massimo splendore. Numerose le imprese militari compiute, costituendo diverse province fra cui la Dacia (le campagne contro i daci furono rappresentate nella famosa colonna traiana a Roma). Importanti furono anche le opere pubbliche ed edilizie: in Italia la via Traiana, il foro Traiano, le terme e diversi porti oltre alle opere realizzate in Spagna e in Africa. Contrariamente a Domiziano, Traiano fu promotore di provvedimenti sociali e governò in accordo con il senato; con i cristiani rispettò sempre il diritto romano pur assumendo un comportamento severo.
Il successore di Traiano, Adriano, divenne celebre per la realizzazione di opere militari (il vallo di Adriano, opera difensiva fatta edificare in Britannia nel II sec.: una muraglia alta 6 metri e lunga oltre 100 km che marcava i confini del territorio conquistato da Roma) e pubbliche (Mole Adriana, oggi Castel Sant’Angelo), per l’attività riformatrice negli ambiti giudiziario, fiscale, politico e finanziario e per avere favorito la fusione tra le culture greca e romana.
Marco Aurelio succedette ad Antonino Pio, associando al comando prima il fratello e poi il figlio Commodo. Sotto Marco Aurelio, le tribù germaniche dei quadi e dei marcomanni invasero l’Italia; la pace fu firmata da Commodo dopo la morte del padre, ma era evidente che l’impero cominciava ad avere difficoltà.
L’impero romano alla sua massima estensione – 117 d.C. (fonte: huffingtonpost.com)
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