Entrati in guerra nel 1917, gli Stati Uniti ebbero un grande peso nella soluzione rapida del conflitto, ma il presidente Wilson non riuscì a far ratificare dal senato i trattati di pace e l’ingresso degli Stati Uniti nella Società delle Nazioni. I successivi presidenti repubblicani rafforzarono il protezionismo, ma l’assenza di ogni regola economica condusse alla sovrapproduzione e alla speculazione, mentre la proibizione dell’alcol favorì il gangsterismo. Nel 1929 il crack nella borsa di Wall Street (giovedì nero) inaugurò una crisi economica e sociale senza precedenti.
Con la presidenza del democratico Franklin D. Roosevelt iniziò la politica del New Deal; le principali linee di intervento riguardarono la svalutazione del dollaro, le assicurazioni per la disoccupazione e la vecchiaia, l’istituzione di un sistema di garanzie sui prezzi dei prodotti agricoli e quindi l’avvio della spesa pubblica con la costruzione di grandi opere. Dal punto di vista pratico i risultati furono modesti, anche per l’opposizione decisa degli ambienti più conservatori e la fine della crisi poté essere dichiarata solo dopo la Seconda guerra mondiale.
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