A Firenze il riscatto della parte guelfa, dopo la morte di Federico II e l’appoggio di Carlo d’Angiò, portò a divisioni interne ai guelfi: i Bianchi (guidati dalla famiglia dei Cerchi) e i Neri (sotto la guida dei Donati). La vittoria dei Neri, appoggiati da Carlo di Valois, portò all’esilio di Dante Alighieri. Nel 1378 la tensione in città produsse anche scontri sociali con la rivolta dei Ciompi. Dopo la repressione, la città cadde sotto il dominio della famiglia Albizi, acerrimi nemici, ma anche precursori dei Medici. La famiglia Medici detenne il potere in Firenze dal 1434 al 1737. Partendo dal governo di Cosimo il Vecchio, i Medici si succedettero alla guida della città controllando la vita politica e sostenendo il patrimonio culturale e artistico. Tra i Medici vi furono anche due papi (Giulio, ovvero Clemente VII e Alessandro, ovvero Leone X) e una regina di Francia (Caterina, sposa di Enrico II). Il loro dominio fu avversato dalla congiura dei Pazzi (1478) e interrotto per pochi anni dalla prima e dalla seconda repubblica fiorentina. Tra i Medici spicca la figura di Lorenzo il Magnifico, letterato, sotto il cui governo Firenze conobbe un periodo di pace e prosperità, all’insegna dell’equilibrio della cultura rinascimentale. All’estinzione della dinastia dei Medici (l’ultima esponente fu Anna Maria Luisa), il granducato di Toscana (che era nato nel 1570 con Cosimo I) fu ereditato dai duchi di Lorena (Asburgo).
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