Fascismo e nazismo furono i movimenti politici più importanti tra le due guerre mondiali, sviluppatisi rispettivamente in Italia e Germania; Benito Mussolini e Adolf Hitler ne furono i leader incontrastati.
Il fascismo
Il fascismo fu il movimento politico creato da Benito Mussolini nel 1919 con la fondazione del primo fascio di combattimento. Riuscì a conquistare le simpatie dei reduci della Prima guerra mondiale, dei nazionalisti, dei conservatori e degli agrari, in lotta continua con il sindacato, al quale finirono per opporre l’azione violenta delle squadre delle camicie nere. Si presentò come la sola forza in grado di assicurare l’ordine ottenendo così garanzie e finanziamenti cospicui da agrari e industriali. La diffusione nazionale del fascismo ebbe il suo culmine con la marcia su Roma del 28 ottobre 1922. Il re Vittorio Emanuele III affidò il compito di formare il governo a Mussolini, che sfruttò molto bene anche la decisione regia di bloccare le proposte del governo Facta, circa il dilagare del movimento fascista. Dopo l’iniziale parentesi di legalità, il partito mussoliniano deviò bruscamente verso forme di totalitarismo assoluto, con la soppressione delle libertà, dei partiti e dei sindacati e la trasformazione del Gran Consiglio del fascismo in organo dello Stato, l’istituzione del tribunale speciale e dell’OVRA (Opera Vigilanza Repressione Antifascista), la costituzione della camera dei fasci e delle corporazioni e un lento, ma continuo processo di fascistizzazione dell’intero Paese, a livello politico, sociale e civile (Balilla, Opera nazionale dopolavoro), supportato da un accurato uso dei mezzi d’informazione e dall’attività incessante delle camice nere.
Benito Mussolini
La riforma elettorale garantiva i due terzi dei seggi parlamentari al partito che avesse ottenuto il 25% dei voti e procurò al Partito nazionale fascista la maggioranza in parlamento. Il deputato socialista Giacomo Matteotti fu in seguito rapito e ucciso da squadristi. L’unica reazione dei partiti di opposizione, che abbandonarono il parlamento e si ritirarono sull’Aventino, ebbe come conseguenza indiretta il rafforzamento del fascismo. Nel 1925 Mussolini impose la dittatura: libertà di stampa soppressa, eliminazione fisica degli avversari politici, confino per reati politici ed esautoramento del parlamento furono le espressioni più evidenti del nuovo regime totalitarista. In politica estera, dopo avere sistemato le questioni con la Chiesa (Patti lateranensi), il fascismo si avviò verso campagne militari viste come rivendicazione di supremazia su ogni altra nazione. Ciò si tradusse negli anni Trenta nella conquista dell’Etiopia, nell’occupazione dell’Albania, nella partecipazione alle guerre civili spagnole contro le truppe repubblicane e nell’alleanza con Hitler e la Germania nazista (Patto d’acciaio). Il regime fascista durò un ventennio, cadendo nel luglio del 1943, con l’arresto di Mussolini, la successiva condanna a morte e il passaggio del governo al generale Badoglio. La Repubblica Sociale di Salò, fondata dallo stesso Mussolini, gli sopravvisse ancora per qualche tempo.
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