Con la definitiva affermazione del comunismo, venne adottata la nuova politica economica (NEP). La Russia, la Transcaucasia (formata dall’unione dell’Azerbaigian, dell’Armenia e della Georgia), l’Ucraina e la Bielorussia si unirono in seno alla repubblica russa che dal 1922 prese il nome di URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche).
Il Partito comunista incominciò ad avere molte difficoltà e contrasti in virtù dei quali salì al potere Stalin. Dopo aver verificato che la “rivoluzione proletaria nelle altre nazioni non prendeva piede”, ipotizzò lo sviluppo socialista in un solo Paese. Emarginò quindi gli avversari politici e pose fine alla NEP che favoriva l’economia di mercato e accelerò l’industrializzazione attraverso l’elaborazione di “piani quinquennali”.
Joseph Stalin
Il primo piano quinquennale assegnò la priorità all’industria pesante e avviò la collettivizzazione massiccia delle campagne. Nel 1936 una nuova costituzione precisò l’organizzazione dell’URSS in undici repubbliche federate.
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