Nel 1152 fu eletto re di Germania Federico I di Svevia detto il “Barbarossa”. Con il favore della Chiesa, poté affrontare il declino dell’autorità imperiale in Italia: proclamata la prima dieta di Roncaglia, fu incoronato re d’Italia a Monza e imperatore d’Italia e del sacro romano impero a Pavia, da papa Adriano IV. In seguito intraprese una politica volta a rivendicare la supremazia del potere imperiale su quello della Chiesa e sui comuni. Scese nuovamente in Italia, distrusse Milano, sottomise Novara, Cremona e Pavia e si scontrò con papa Alessandro III. In seguito, le leghe dei comuni si unirono nella Lega lombarda con il giuramento di Pontida, Federico fu sconfitto a Legnano e firmò la conciliazione con il papa, nonché la pace di Costanza con la quale si riconosceva l’autorità comunale. Facendo sposare il figlio Enrico VI con Costanza, l’unica erede del Regno normanno, riuscì a ottenere il dominio dell’Italia meridionale. Morì durante la terza crociata per la riconquista di Gerusalemme.
Nel 1215, con l’appoggio di papa Innocenzo III, fu incoronato imperatore Federico II di Svevia. Anche questi lottò a lungo con i comuni italiani divisi in comuni guelfi (favorevoli al papato) e comuni ghibellini (favorevoli all’impero). Morto l’imperatore, ripresero in Germania e in Italia le lotte per il potere. In Italia il potere degli Angioini (sostenuti dai guelfi e dal papato) fu contrastato dagli Aragonesi (che si imposero in Sicilia).
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