Il buddhismo è una religione sorta in India alla fine del VI sec. a.C. a partire dalla predicazione dell’asceta indiano Siddharta Gautama (il Buddha).
La particolarità di questa corrente spirituale è che non si tratta di un culto vero e proprio, in quanto pur ammettendo l’esistenza degli dei non si incentra sulla devozione a essi: è piuttosto una dottrina filosofico-morale che suggerisce il modo per conquistare la salvezza, che non può essere offerta dagli dei. Secondo le Quattro nobili verità del Buddha, infatti, la sofferenza deriva dai desideri e da ogni forma di attaccamento alla vita e ai piaceri, che l’uomo prova in quanto aggregazione di elementi fisici e mentali soggetta al ciclo della vita e della morte (samsara). La fuga dal samsara e la salvezza è l’imperturbabilità, la pace interiore nota come nirvana.
Dall’India, gradatamente, il buddhismo si propagò soprattutto nel sud-est asiatico e in Estremo Oriente. Le diverse sette e scuole buddhiste diedero vita a due grandi correnti; quella antica del Piccolo Veicolo, o Hinayana, che, più aderente alla predicazione del Buddha, ne coltivava il lato ascetico e filosofico (Ceylon, Birmania, Indocina), e quella del Grande Veicolo, o Mahayana, che coltivava invece il lato mistico e religioso (Tibet, Cina, Giappone).
Il buddhismo non chiede ai suoi discepoli una fede, una pratica di culto e un consenso incondizionati, in quanto reputa legittime tutte le altre religioni e non accetta l’intolleranza.
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