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La pedagogia medievale

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L’avvento e la diffusione del cristianesimo determinarono consistenti cambiamenti nei modelli educativi. La formazione del cristiano, nei primi secoli, avveniva nei confini ristretti della propria comunità, considerata alla stregua della famiglia come fonte di modelli di vita oltre che di precetti teorici. L’opera di insegnamento dei primi cristiani fu molto importante soprattutto perché portò l’alfabetizzazione anche fra le classi sociali più basse.

Gli insegnamenti dei primi maestri cristiani erano improntati alla spinta verso l’abbandono dei valori materiali a favore di quelli spirituali, che soli potevano guidare nella ricerca della verità, quindi le arti e l’attività fisica erano escluse dalla formazione. Quando il cristianesimo iniziò a essere tollerato e integrato nell’impero, tali posizioni estreme diventarono marginali e la cultura cristiana iniziò ad aprirsi alle risorse di quella pagana. Tra i primi a ritenere necessario appropriarsi e tramandare quanto di buono ci fosse nei modelli educativi classici fu Sant’Agostino, che sottolineava molto l’aspetto interiore dell’educazione: l’insegnante non impone dei precetti agli alunni, ma li guida nella scoperta personale della verità di Dio.

Con l’aumento del potere della Chiesa e l’inizio delle invasioni barbariche, l’educazione e la cultura furono confinate nei monasteri. L’ideale pedagogico monastico non si basava su un percorso formalizzato, ma solo sull’alfabetizzazione di base e sulla conoscenza dei testi sacri per la preghiera, associata a una rigorosa disciplina e all’abitudine al lavoro manuale. L’educazione della nobiltà laica, invece, era prevalentemente militare.

Le prime scuole statali furono organizzate in età carolingia e basate sulla suddivisione in arti del trivio (discipline letterarie) e arti del quadrivio (discipline matematiche), con un’impronta comunque fortemente religiosa.

Un percorso educativo ben strutturato si definì solo dopo l’XI secolo, quando lo sviluppo del commercio e dell’artigianato richiese la formazione specializzata di artigiani e mercanti, di cui si occupavano le corporazioni delle arti e dei mestieri tramite l’apprendistato a stretto contatto con il maestro, seguito da esami formali. Questa struttura confluì poi nelle scuole comunali, che alla formazione tecnica unirono quella teorica del trivio e del quadrivio, ponendo le basi per la nascita delle università. Le prime università, infatti, erano semplicemente aggregati di corporazioni che comprendevano sia le arti meccaniche sia le arti liberali; solo successivamente furono ristrette a queste ultime (giurisprudenza, medicina, teologia). Lo sviluppo delle università condusse a una prima, lenta emancipazione dell’istruzione dalla religione, con la rivalutazione del ruolo della ragione rispetto a quello della fede, anche grazie alle teorie pedagogiche di San Tommaso, secondo il quale anche l’apprendimento teologico si basa sull’intelletto e sulla conoscenza sensibile, indispensabili per la ricerca della verità e per la disciplina di sé, che secondo il santo sono gli obiettivi dell’educazione.

 

Manuale di cultura generale – Pedagogia – La pedagogia medievale – Continua

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