La teoria musicale tratta molteplici aspetti di quest’arte; descrive infatti come la musica può essere rappresentata in forma scritta mediante la notazione musicale e come viene eseguita a partire da tale rappresentazione, la relazione tra i vari suoni e le loro frequenze (armonia) e la loro successione in forme ben definite (con l’analisi delle melodie nel contrappunto). Pur con tutte le regole formali e le idee fondamentali della teoria musicale, nell’esecuzione ampio spazio è lasciato all’intenzione dell’interprete o del compositore; pertanto la teoria musicale è il punto di partenza per la composizione e l’esecuzione di brani musicali. Infatti, le regole della teoria musicale sono ben consolidate nel corso della storia della musica, ma, allo stesso tempo, sono la base per future esplorazioni in nuove armonie o forme innovative, contaminazioni tra generi ecc. I musicisti studiano la teoria musicale allo scopo di capire le relazioni che un compositore si aspetta nella notazione, un compositore studia la teoria musicale allo scopo di capire come produrre certi effetti e strutturare il proprio lavoro.
In questa sede si tratterà della teoria musicale alla base della musica occidentale moderna. Lo studio accademico della musica è chiamato musicologia.
Il suono
La notazione musicale specifica il modo di descrivere i suoni che costituiscono le note e descrive le relazioni tra suono e percezione (lo studio di come gli esseri umani interpretano i suoni è chiamato psicoacustica). Dal punto di vista fisico, i suoni sono l’effetto di onde sonore di compressione di un mezzo trasmissivo (l’aria). Gli aspetti fondamentali del suono sono descritti come altezza, durata, intensità e timbro.
Altezza
In acustica i suoni vengono principalmente identificati a partire dalla loro frequenza, che nella maggior parte delle condizioni d’ascolto e di emissione è invariante, al contrario, per esempio, della lunghezza d’onda che dipende dal mezzo trasmissivo. Le due entità sono legate tra loro dalla velocità di propagazione dell’onda nel mezzo. Ogni oggetto ha una serie di frequenze caratteristiche determinate dalla sua struttura fisica: queste sono le frequenze alle quali il corpo tende a vibrare con maggior intensità. L’insieme di queste frequenze è detto degli armonici naturali: l’armonico naturale di frequenza minima viene detto armonico fondamentale o nota fondamentale o frequenza fondamentale della nota (più brevemente frequenza della nota).
In musica, il concetto di frequenza è in relazione all’altezza di una nota, data dalla sua distanza da un suono di riferimento o da quella di un altro suono d’interesse. Il suono di riferimento adottato dalle orchestre moderne corrisponde alla nota che ha la frequenza fondamentale di 440 Hz (che corrisponde a un la della quarta ottava del pianoforte, indicato con il simbolo la4). Questa frequenza fondamentale è quella emessa dal diapason.
Accordare significa assegnare un valore di frequenza alle varie note. Il rapporto tra le frequenze fondamentali di due note (che nella nostra percezione corrisponde alla differenza tra le loro altezze) è chiamato intervallo. Se le due note sono suonate contemporaneamente l’intervallo si dice armonico, se sono suonate in successione si dice melodico.
Intensità
L’intensità di un suono è il suo volume. Essa è proporzionale al quadrato dell’ampiezza dell’onda sonora. Nella scrittura di un brano musicale vengono date indicazioni qualitative sull’intensità con termini quali piano (p), mezzo piano (mp), forte ecc. e anche indicazioni sulla dinamica dell’intensità (crescendo, diminuendo, spesso indicati da simboli grafici di forcelle), ma la loro effettiva riproduzione è lasciata alla libertà dell’interprete.
Timbro
Il timbro è la forma, il profilo dell’onda sonora, quella caratteristica del suono. Permette a chi ascolta di distinguere le fonti: un do suonato da un violino è diverso dal do suonato da un pianoforte, ossia è diversa la composizione in armonici del suono.
Manuale di cultura generale – Musica – Il suono – Continua