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Manuale di cultura generale – Musica – Melodia, armonia e contrappunto – Continua

Melodia, armonia e contrappunto

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La melodia è espressa con una successione di note ed è quindi caratterizzata da una sequenza di altezze (note) disposte ritmicamente. In un brano musicale, la melodia è la struttura musicale più identificabile. Le melodie nel sistema temperato occidentale sono costruite sulle tonalità definite quando abbiamo descritto le scale musicali. Il contrappunto è lo studio della combinazione e della sovrapposizione di melodie normalmente indipendenti, anche seguendo schemi fissi propri delle forme musicali come, per esempio, quello della fuga.

Si parla di armonia quando due o più suoni emessi simultaneamente suonano (bene) insieme, anche se una melodia senza accompagnamento può implicare un’armonia sottostante. Questa definizione, tuttora insegnata nei corsi base di armonia nei conservatori, non è condivisa da tutti. A essere discussa è la stessa definizione di gradevolezza o consonanza di due suoni emessi contemporaneamente: mentre alcuni, privilegiando l’aspetto culturale, lo ritengono un fatto soprattutto soggettivo, condizionato da molti fattori (estrazione sociale, esperienze o personalità), altri la ritengono una proprietà che consegue in gran parte dalla fisica del suono (acustica) e dalla fisiologia dell’apparato uditivo umano.

Gli accordi sono un insieme di almeno tre note ad altezza differente suonate contemporaneamente. Le stesse note dell’accordo suonate invece in successione formano l’arpeggio. Risulta subito evidente che non tutti gli strumenti possono suonare gli accordi, perché non tutti possono suonare più note contemporaneamente (strumenti come il violino, il cello e strumenti appartenenti alla stessa famiglia possono farlo). Lo strumento per eccellenza per suonare gli accordi è la chitarra. A differenza della chitarra il pianoforte ha maggiori possibilità. Infatti è possibile eseguire gli accordi che hanno funzione di accompagnamento con la mano sinistra ed eseguire insieme la melodia con la mano destra.

L’accordo è maggiore se è formato da una terza maggiore (l’intervallo di terza maggiore è l’intervallo esistente tra due note distanti fra loro 4 semitoni, cioè 2 toni; la terza maggiore di Do, per esempio, è Mi) più una terza minore (l’intervallo di terza minore è l’intervallo esistente tra due note che consiste in 3 semitoni, ovvero in un tono e mezzo). Per esempio, la terza minore del Mi è il Sol). L’accordo è minore se è formato da una terza minore più una terza maggiore. In genere, l’accordo maggiore esprime sensazioni positive, gradevoli, di pace e serenità (Do + Mi + Sol) mentre l’accordo minore invece esprime quasi sempre sensazioni di malinconia, tristezza (Fa# + La + Do#), con la stessa caratteristica espressiva che distingue le scale maggiori e le scale minori.

L’armonia quindi studia i vari accordi che possono essere messi come accompagnamento a una melodia, in base alle regole della musica tonale e a regole complesse che definiscono l’analisi degli intervalli e degli accordi, le loro risoluzioni (come si concatenano naturalmente) e il passaggio da una tonalità all’altra (modulazione).

 

Manuale di cultura generale – Musica – Melodia, armonia e contrappunto – Continua



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