Gli sviluppi del romanticismo determinarono nell’Ottocento anche un nuovo ripensamento del genere operistico, che andasse oltre l’astrattezza effimera degli ultimi risultati dell’opera di stampo metastasiano, con un ritorno all’opera seria.
Italia
In Italia la svolta iniziò con Gioacchino Rossini, che concluse la tradizione dell’opera buffa con alcuni capolavori comici e inaugurò una nuova opera seria.
Gaetano Donizetti fu il maestro del dramma romantico con oltre 70 lavori teatrali in 25 anni d’attività; di essi, però, solo cinque sono solitamente rappresentati: L’elisir d’amore, Don Pasquale, Anna Bolena, La favorita e Lucia di Lammermoor, considerato il suo capolavoro.
Le novità introdotte da Rossini furono poi sviluppate in particolare da Vincenzo Bellini, che si concentrò soprattutto sugli aspetti vocali del melodramma, amplificando la componente lirica, come si nota nei capolavori La sonnambula e Norma.
Il panorama del melodramma romantico italiano fu dominato per il resto dell’Ottocento da Giuseppe Verdi, che destrutturò le convenzioni operistiche e legò l’opera seria al contesto storico.
La conoscenza dell’opera di Verdi ispirò successivamente la carriera di Giacomo Puccini, che unì lo stile melodrammatico verdiano ad alcuni tratti tipici della scuola francese e di quella tedesca, imponendosi all’attenzione del mondo culturale europeo.
Nel tardoromanticismo di Puccini si iniziarono a manifestare alcuni caratteri del verismo, di cui fu poi caposcuola Pietro Mascagni, infatti l’opera di maggiore successo di quest’ultimo fu Cavalleria rusticana, liberamente tratta dall’omonima novella di Giovanni Verga.
Altro esponente del verismo fu Umberto Giordano, la cui opera ha un fortissimo senso del teatro e una grande inventività melodica; alcune sue opere (come l’Andrea Chénier) sono entrate stabilmente nel repertorio internazionale.
Francia
Molti musicisti vissero e lavorarono a Parigi, dove la vita culturale musicale era vivacissima e si andava sviluppando il nuovo linguaggio operistico francese; questa novità assunse caratteri di raffinato sentimentalismo con Charles Gounod (ricordiamo la celeberrima Ave Maria, che Gounod pensò sovrapposta al preludio n. 1 in Do maggiore di Bach, e il dramma lirico Faust) e, all’opposto, tratti di realismo crudo e tagliente con Georges Bizet, la cui Carmen destò grande scandalo.
Russia
Nell’Ottocento la musica russa assunse una fisionomia propria, soprattutto grazie al Gruppo dei Cinque che prese ispirazione, specialmente nell’opera, al patrimonio popolare.
Massimi rappresentanti del gruppo furono Nikolaj Rimskij-Korsakov e Modest Musorgskij.
Nel primo, le composizioni, curate stilisticamente e ricche di suggestioni orientali, si avvicinarono all’impressionismo francese. Suo capolavoro indiscusso è la sublime suite sinfonica Shéhérazade op. 35.
Il secondo invece promosse la ricerca di figure musicali autoctone, libere da influenze occidentali. Si dedicò in particolare al dramma musicale (con il suo capolavoro, il Boris Godunov).
L’operetta
A metà dell’Ottocento nacque in Francia l’operetta (poi diffusasi anche in Austria) che differisce dal classico melodramma per l’alternanza sistematica di brani musicali e parti dialogate.
Creatore del genere e massimo esponente fu Jacques Offenbach che interpretò il gusto per le situazioni paradossali e per la satira della classe borghese francese contemporanea. Scrisse famosi can-can (danze francesi di origini popolari) per operette, il più celebre dei quali è quello del Galop infernal, nell’operetta Orfeo all’inferno.
Il genere continuò ad avere molto successo anche agli inizi del Novecento (per esempio con La vedova allegra di Franz Lehár).
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