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L’età del romanticismo

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In ambito musicale, il romanticismo fu un fenomeno molto complesso, che si sviluppò a partire dal secondo decennio dell’Ottocento in forme molteplici fino all’eterogeneità. La ricerca costante di originalità e unicità, infatti, era una delle caratteristiche fondanti del movimento romantico.

Un carattere comune dei musicisti romantici fu la rivendicazione di una totale autonomia artistica e morale, che si tradusse nel rifiuto di subordinarsi a committenze potenti o mode, come già aveva fatto Beethoven. Il musicista romantico tendeva a identificarsi nella figura del virtuoso, e questo determinò un forte sviluppo delle tecniche strumentali solistiche, mentre la ricerca di un linguaggio musicale che esulasse dal controllo razionale condusse all’approfondimento di un elemento particolarmente sfuggente, il timbro.

I due Paesi dove si verificò la maggiore fioritura del romanticismo musicale furono la Francia e la Germania, dove la forma musicale romantica per eccellenza, il canto solistico, si sviluppò rispettivamente nella forma della mélodie e in quella del lied (plurale: lieder). Le due forme presentano alcune sfumature di differenza: la prima, più intellettuale, prestava maggiore attenzione al testo poetico, mentre la seconda, più spirituale, poneva l’accento soprattutto sulla musica. L’autore più significativo di mélodie fu Gabriel Fauré, mentre nella produzione liederistica si distinsero Franz Schubert e Robert Schumann. Allievo di Schumann fu Johannes Brahms che si pone come figura a sé nel panorama musicale dell’epoca.

Attivo all’inizio del XIX sec., Schubert compose oltre 600 lieder, genere in cui fu il massimo maestro, nonostante non godesse in vita di grande considerazione. I lieder di Schubert manifestano la sua concezione della musica come espressività pura, in grado di conferire profondità e ricchezza a qualsiasi testo poetico, anche di modesto valore, attraverso invenzioni melodiche e armoniche di grande originalità. La qualità dei testi era dunque per Schubert un aspetto secondario, ma la scelta non era casuale e ricadeva soprattutto su opere romantiche, in cui era ricorrente in particolare il tema del viaggio (come dimostra, per esempio, il ciclo Winterreise, Viaggio d’inverno).

Schumann è noto soprattutto per le complesse composizioni per pianoforte, ma fu anche autore di una produzione liederistica colta, caratterizzata da un’attenta scelta dei testi letterari, tutti appartenenti al romanticismo tedesco. Il suo stile non concede nulla alla facile orecchiabilità dei motivi, specchio immediato di un’anima inquieta e assetata di infinito, apprezzato più dagli intenditori che dal grande pubblico.

Dopo aver debuttato come pianista e direttore d’orchestra, Johannes Brahms s’impose come compositore grazie al sostegno di Schumann, che lo aveva conosciuto giovanissimo. Si avvicinò dapprima alla musica per piano e ai lieder, forme relativamente semplici, per poi approdare alla complessa musica da camera, al concerto e infine alla sinfonia. Pur non essendo musicista popolare, la sua opera più conosciuta è la celebre Ninna nanna. Tra le altre opere, da ricordare le Danze ungheresi, la Sinfonia n. 4 in Mi minore e il Requiem tedesco, opera molto originale che propone un approccio al sacro ricco di pathos.

Fauré fu attivo nella seconda metà del XIX sec. e scelse prevalentemente temi romantici (amore, natura, morte) per i suoi cicli di mélodie, in cui si intrecciano stilemi classici e moduli del nascente impressionismo.

In Italia, fra i più importanti esponenti della musica romantica si deve ricordare Niccolò Paganini, che operò nella prima metà del XIX sec. Violinista e compositore, Paganini fu artista di vocazione precoce, iniziando a dare regolari concerti a soli quindici anni. Virtuoso impareggiabile, considerato il più grande violinista della sua epoca, tenne concerti nelle principali città italiane ed europee. Paganini esplorò tutte le possibilità espressive del violino, arrivando a esecuzioni al limite con glissati, pizzicati, salti di corde e arpeggi che dimostravano un’estrema padronanza dello strumento. Oltre che esecutore, fu anche creatore geniale. Tra le sue composizioni si ricordano i famosissimi 24 Capricci, per violino solo. Celebre l’aneddoto che ha come protagonisti Paganini e Carlo Felice durante un concerto del violinista; alla fine di un brano, apprezzando la performance musicale del compositore, il futuro re di Savoia ne chiese la ripetizione. Paganini rispose schiettamente con un “Paganini non ripete”.

Per tutto l’Ottocento, il pianoforte occupa un posto di primo piano nella musica romantica e raggiunge le vette del virtuosismo con Fryderyk Chopin, compositore franco-polacco i cui concerti erano noti e apprezzati in tutta l’Europa centrale. Chopin elaborò composizioni per pianoforte di grande concezione formale in cui unì il rigore classicista al soggettivismo passionale romantico.

Accanto all’universo pianistico di Chopin va ricordato l’ungherese Franz Liszt, autore eccelso, non alieno da barocchismi di raffinato manierismo, la cui importanza (notissime le sue Rapsodie ungheresi) come concertista e interprete e come innovatore della tecnica pianistica ne fanno figura di spicco della musica dell’Ottocento.

Il romanticismo conferì una centralità nuova alla musica strumentale per la capacità di quest’ultima di esprimere l’indefinito, l’assoluto, i sentimenti più profondi e le sfumature di essi sfuggenti al linguaggio delle parole. Per questo motivo furono molti i virtuosi della musica strumentale per tutto il XIX secolo. Tra i molti nomi di rilievo spiccano, per esempio, il tedesco Felix Mendelssohn, i francesi Hector Berlioz e Camille Saint-Saëns, il ceco Antonín Dvořák e il russo Pëtr Il’ič Čajkovskij.

Mendelssohn fu compositore, direttore d’orchestra e pianista, estremamente eclettico in tutti gli ambiti, condivise con il romanticismo gli interessi naturalistici e la visione della musica come riflesso dell’anima, senza però viverne i tormenti. Centrale nella sua produzione era invece l’eleganza formale, che si manifesta chiaramente nelle sue opere principali, le sinfonie, tra cui la celebre Italiana. Sua è anche la notissima Marcia nuziale, appartenente alle fiabesche musiche di scena per Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare.

Berlioz fu invece pienamente romantico e viene considerato il padre dell’orchestrazione moderna per le straordinarie intuizioni con cui arricchì la scrittura orchestrale attraverso l’uso di registri nuovi e strumenti rari, la ricerca di effetti di sonorità nuovi e l’impiego di un grandissimo numero di coristi. Questa originalità risulta evidente in una delle sue opere più note, la Sinfonia fantastica.

Saint-Saëns fondò a Parigi la Société Nationale de Musique per l’affermazione della musica francese contemporanea contro la supremazia della musica italiana. Fu apprezzato concertista, dallo stile legato alla tradizione settecentesca. Molto noti l’opera Sansone e Dalila e il poema sinfonico Danza macabra.

La musica di Dvořák si ispira e fa riferimento alla tradizione e al folclore slavi. L’opera sua più famosa è la sinfonia detta Dal nuovo mondo.

Čajkovskij tentò di conciliare la tradizione musicale classica occidentale e quella popolare russa ricercando allo stesso tempo la perfezione formale del linguaggio musicale, in nome di una bellezza universale. La personalità artistica di questo musicista si espresse in particolare nelle sinfonie, tuttavia Čajkovskij è ricordato soprattutto per gli straordinari balletti come Il lago dei cigni e Lo schiaccianoci e il celeberrimo Concerto per violino e orchestra in Re maggiore.

Nell’ambito del pieno romanticismo si sviluppò invece l’opera tedesca, con uno stile marcatamente nazionale iniziato da Carl Maria von Weber e portato al culmine da Richard Wagner, il maggiore musicista tedesco dell’Ottocento, la cui influenza si estese a tutta la cultura europea di fine secolo e di inizio Novecento.

 

Manuale di cultura generale – Musica – L’età del romanticismo – Continua

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