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L’eta del classicismo

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I vertici del barocco coincisero con le prime avvisaglie dell’età del classicismo e furono incarnati da Georg Friedrich Händel e Georg Philipp Telemann, maestri rispettivamente della musica vocale e della musica strumentale. Essi avviarono la semplificazione del linguaggio barocco che fu alla base dello sviluppo del classicismo intorno alla metà del Settecento. Uno degli elementi fondamentali di questa semplificazione fu l’abbandono dell’usanza del basso continuo, che si manifestò in nuovi generi musicali.

L’ampiezza dell’opera di Händel è paragonabile a quella di Bach, da cui si distinse per il linguaggio più esuberante e cosmopolita, per una costante vocazione teatrale (del tutto assente in Bach), per la minore complessità della tecnica compositiva. Fra le sue opere sicuramente in primo piano figurano gli oratori, il più famoso dei quali è certamente il Messiah.

La crisi dell’opera e quella della tragédie-lyrique, conseguenti al mutamento della composizione sociale del pubblico, richiesero lo sviluppo di nuove forme e nuovi generi che unissero la chiarezza e la facile cantabilità a una struttura non priva di impegno e complessità nelle armonie e nelle modulazioni. Da questa necessità nacquero, soprattutto in Italia e in Francia, l’opera buffa, l’intermezzo e l’opéra-comique.

L’opera buffa ebbe origine a Napoli e si caratterizzò per la definizione dei personaggi come individui reali e concreti anziché come tipi ideali e schematici, e per l’uso del dialetto, sostituito solo più tardi dalla lingua. Gli intermezzi erano una forma minore di opera buffa, in particolare brevi spettacoli comici rappresentati tra un atto e l’altro delle opere drammatiche.

Il genere francese dell’opéra-comique nacque invece da spettacoli popolareschi proprio come forma da opporre all’opera buffa italiana, e si caratterizzò per l’alternanza di parti musicate e dialoghi recitati e per il lieto fine.

Il principale fautore della riforma dell’opera seria fu Christoph Willibald Gluck, che in un vero e proprio manifesto teorico, contenuto nella prefazione di un proprio testo, propose maggiori naturalezza e semplicità espressiva, aliene da eccessivi virtuosismi, per finalizzare la musica all’espressione poetica e alla trasmissione delle passioni.

L’attività di Gluck si svolse quasi del tutto a Vienna, città a cui appartengono, musicalmente parlando, anche i tre maggiori rappresentanti del classicismo: Franz Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven.

Haydn fu l’artefice della fusione delle tradizioni musicali del Settecento, italiane, tedesche e francesi e pose le basi della nuova musica strumentale moderna. Fu grandissimo autore e interprete di tutte le forme musicali, ma si distinse soprattutto nella sinfonia e nella musica da camera. Fu Haydn a dettare i principi fondamentali in base ai quali i generi strumentali della sonata, del quartetto e della sinfonia divennero la realtà ereditata da Mozart e da Beethoven (che pure ne furono contemporanei). Da Haydn in poi, la forma della sonata resta sostanzialmente organizzata secondo uno schema tripartito (esposizione, parte centrale, sviluppo o ripresa) considerato in assoluto una delle più belle creazioni formali concepite dall’uomo, per l’equilibrio delle proporzioni e la possibilità di contrasti drammatici. La parte centrale, inizialmente appena accennata, diventerà poi un complesso articolato in una dialettica musicale di grande efficacia che si conclude nella ripresa con un senso di completamento armonico. Il linguaggio musicale abbandona definitivamente l’usanza del basso continuo, per creare una specie di polifonia strumentale di grande vivacità e bellezza melodica.

Fu autore di 104 sinfonie (da ricordare la 100 in Sol maggiore, la militare, e la 104 in Re maggiore, l’ultima di Londra), 83 quartetti per archi e 52 sonate per piano, oltre a 25 opere teatrali, più di cinquanta concerti, 26 messe (fra cui la Missa in tempore belli) e oratori (fra cui La creazione e Le stagioni).

 

Manuale di cultura generale – Musica – L’età del classicismo – Continua

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