Dopo il secondo conflitto mondiale ci furono notevoli cambiamenti nei gusti musicali che aggiunsero al mondo dei suoni, espressioni, strumenti, tecniche non sempre subito apprezzate e comprese, ma specchio della vita moderna.
Pur continuando il successo dei classici, crebbero in popolarità generi più vicini al gusto della gente, favoriti anche dalla dimensione internazionale che il business musicale andava conquistando.
Fra i generi sicuramente più importanti il jazz, il rock, il pop (abbreviazione di popular music; negli anni Sessanta si è iniziato a indicare con la locuzione pop music tutta la musica derivata dal rock and roll e dal rhythm and blues, destinata al mondo dei giovani e influenzata da diverse fonti musicali: blues, jazz, elettronica ecc.), il blues (forma di musica vocale e strumentale le cui radici si fanno risalire ai canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni degli Stati del Sud degli USA) e il country (risultato dell’unione di forme popolari della musica americana sviluppatasi nel sud degli USA).
Negli anni ’70, in Inghilterra, esplose il genere beat, con l’impiego delle chitarre amplificate e i famosi complessi come i Beatles e i Rolling Stones, che rivoluzionarono la musica leggera internazionale. Negli Stati Uniti si affermò il genere di protesta con Bob Dylan (premio Nobel per la letteratura nel 2016) e Joan Baez (contro la guerra e le ingiustizie sociali).
In Italia ricordiamo molti cantautori come Gino Paoli, Fabrizio de André, Lucio Battisti e Vasco Rossi i quali portarono una ventata di rinnovamento sia nei testi sia nella musica.
Manuale di cultura generale – Musica – La musica leggera – Continua