Il concetto di ritmo è diverso per ogni cultura, nella musica occidentale i ritmi derivano dalla musica-poesia della civiltà greca. Suonare ritmi diversi simultaneamente con una tempistica diversa è chiamato poliritmia. Con il termine ritmo intendiamo uno schema di successione di valori di note (o pause) che si ripete regolarmente nei vari movimenti. Se i movimenti non presentano schemi ritmici regolari, il brano si dice aritmico. La maggior parte della musica moderna occidentale è di tipo ritmico e le sue regole seguono quelle della definizione di valore delle note, tempo musicale, misura e movimenti definiti precedentemente.
Esistono schemi ritmici molto comuni, altri contraddistinguono più specificatamente alcuni generi musicali. Tra i molti, vale la pena ricordare la sincope, che è un suono che da un movimento debole prolunga il suo valore su uno forte, creando appunto una strana sensazione, quasi di angoscia, in chi ascolta. Il controtempo è invece la presenza di una pausa, invece che di una nota, sul movimento forte di una battuta. Moltissima della musica moderna usa in modo prevalente il tipico schema ritmico del controtempo, ma la sua presenza si osserva anche in parti meno recenti, come nella musica operistica e nella musica da camera, soprattutto per archi (quartetti).
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