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La mitologia greca

Il testo sottoriportato è protetto dal diritto d’autore e ogni riproduzione (cartacea, elettronica, in Internet) deve essere esplicitamente autorizzata per evitare di incorrere nelle sanzioni previste dalla legge.

I miti greci sono tutti accomunati dallo stesso pantheon (cioè il tempio di tutti gli dei), all’interno del quale ogni area geografica individuò la propria divinità preferenziale. Protagonisti della mitologia greca sono gli dei e le dee, organizzati secondo una precisa genealogia, eroi ed eroine umani o semidivini e altre creature. Le vicende di questi personaggi erano finalizzate a spiegare l’origine del mondo o di particolari aspetti di esso e della vita degli uomini. La conoscenza della mitologia faceva parte del bagaglio culturale di tutti i greci, che utilizzavano i miti per regolare la propria vita quotidiana, spiegare i fenomeni naturali, stabilire o interrompere rapporti personali o politici.

I racconti mitologici nacquero in forma orale e furono poi tramandati attraverso i secoli dai testi letterari, primi fra tutti i poemi epici (Iliade, Odissea, Teogonia ecc.).

Tra le numerosissime figure e vicende mitologiche ricordiamo le più importanti:

  • Chaos: prima entità dell’universo, generò le tenebre e la notte, da cui ebbero origine i loro opposti, la luce e il giorno.
  • Gaia (o Gea, in greco Terra): prima realtà materiale, generatrice del cielo, Urano, con cui governò per prima il creato, e del mare.
  • I titani, i ciclopi e i centimani: figli di Gaia e Urano, costretti da quest’ultimo nel ventre della madre per il loro aspetto mostruoso e liberati dall’ultimo dei titani, Kronos (il tempo), che evirò il padre e assunse il dominio del creato.
  • Zeus: ultimo dei figli di Kronos e della titanide Rea, tutti divorati dal padre, timoroso della profezia secondo cui uno di essi lo avrebbe spodestato. Rea decise perciò di partorire di nascosto l’ultimo figlio, al posto del quale consegnò a Kronos una pietra da divorare. Una volta cresciuto, accudito dalle ninfe e allattato da una capra, Zeus sconfisse il padre costringendolo a vomitare i figli divorati, poi liberò i ciclopi, imprigionati dallo stesso Kronos, ottenendo da essi in cambio il tuono, il fulmine e il lampo. Infine divenne nuovo padrone del mondo dopo aver sconfitto i titani nella titanomachia, insieme ai fratelli.
  • Afrodite: nata dalla spuma formatasi dal seme del membro evirato di Urano gettato nel mare; dea dell’amore, della fertilità e della bellezza.
  • Le Erinni (le dee della vendetta), i Giganti e le Ninfe, nati dal sangue di questa evirazione.
  • Le Muse: figlie di Zeus e di Mnemosýne (la “memoria”); guidate da Apollo, avevano una grande importanza perché rappresentavano l’ideale supremo dell’arte.
  • Poseidone: figlio di Kronos e Rea, re dei mari e in generale delle acque, ha come simbolo il tridente con cui scuote il mare e fa scaturire l’acqua dalla terra ed è rappresentato da Omero come padre dei ciclopi.
  • Ade: figlio di Kronos e Rea, signore del regno dei morti, ma anche dispensatore delle ricchezze nascoste nella terra, come la vegetazione e i metalli, associato al cane Cerbero, mostruoso custode dell’entrata del regno sotterraneo.
  • Era: sorella e moglie di Zeus, nota per la sua bellezza, per la sua gelosia e le sue vendette nei confronti delle numerose amanti di Zeus, patrona della fedeltà e della vita matrimoniale.
  • Atena: nata dalla testa di Zeus già rivestita dell’armatura, dea guerriera, protettrice della ragione e delle arti, sia pratiche sia speculative, preferita a Poseidone come patrona della città di Atene per aver donato ai suoi abitanti la pianta di ulivo.
  • Apollo: figlio di Zeus e Latona, dio della sapienza, protettore della musica e della poesia, noto anche come dio solare che attraversa il cielo con il suo carro. Uccise il serpente Pitone a Delfi e fondò in questo luogo il culto e la pratica oracolari trasmettendo alla sacerdotessa Pizia le proprie doti profetiche.
  • Artemide: gemella di Apollo, dea lunare (identificata per questo con Selene, la luna) e dea della caccia e della castità, protettrice delle vergini fino al matrimonio.
  • Dioniso: figlio di Zeus e della donna mortale Semele, tenuto dal padre in una coscia dopo la morte prematura della madre incinta, uccisa dalla curiosità, suscitata da Era per gelosia, di vedere l’aspetto divino di Zeus. Inventò il vino e si rese protagonista di un culto orgiastico basato sull’evasione dalla razionalità con canti e danze sfrenate.
  • Ares: figlio di Zeus ed Era, dio della guerra e della violenza sregolata, amante di Afrodite.
  • Atlante: figlio di titani, punito da Zeus, per aver partecipato alla ribellione di questi ultimi, con l’obbligo di sostenere il mondo sulle proprie spalle.
  • Ermes: figlio di Zeus e di una ninfa, messaggero degli dei grazie ai suoi calzari alati, protettore dei viaggiatori, dei ladri, dei mercanti e del commercio, accompagnatore delle anime nell’oltretomba.
  • Pan: figlio di Zeus oppure di Ermes, divinità dei boschi e delle campagne rappresentata come un uomo dotato di zoccoli e corna caprine.
  • Perseo: eroe nato dall’unione fra una donna , Danae, e Zeus sotto forma di pioggia d’oro, uccisore della gorgone Medusa, mostro femminile dotato di una chioma di serpenti e della capacità di trasformare in pietra chiunque la guardasse negli occhi. Questo potere rimase nella testa decapitata, usata dall’eroe per pietrificare il re che insidiava sua madre Danae.
  • Tartaro: la realtà tenebrosa e sotterranea.
  • Eros: il più bello fra gli dei, principio generatore, egoista e capriccioso, considerato da alcuni miti figlio di Afrodite, rappresentato come un fanciullo alato armato di arco e frecce.
  • Thanatos, la morte, e Hypnos, il sonno, notoriamente fratelli, generati dalla Notte insieme ad Eris, dea della discordia, da cui ebbe origine il “pomo della discordia” che divise Era, Atena e Afrodite e chiamò Paride a giudicare della loro bellezza.
  • Demetra: dea delle piante, della fertilità del suolo e della fecondità femminile, madre di Persefone, rapita da Ade e costretta a rimanere ogni anno sei mesi con lui nel regno dei morti (per questo motivo per sei mesi all’anno la natura si addormenta e la terra subisce il freddo, mentre nei restanti sei rifiorisce).
  • Eracle: semidio, figlio di Alcmena e Zeus, salito nell’Olimpo dopo la morte terrena, dotato di una forza sovrumana, protagonista di celebri imprese come le dodici fatiche (come per esempio uccidere l’immortale Idra di Lerna), protettore delle attività fisiche, ma anche noto per il suo altruismo e le sue qualità morali, fu perseguitato tutta la vita da Era, che gli sconvolse la mente conducendolo a uccidere senza rendersene conto la moglie e i figli. Proprio per purificare il proprio animo da questo orrendo delitto Eracle dovette intraprendere le dodici fatiche.
  • Dafne: ninfa figlia di Gea e del fiume Peneo, dedita alla caccia nei boschi e trasformata dai genitori in alloro per permetterle di sfuggire alle mire di Apollo che la inseguiva.
  • Scilla: ninfa bellissima trasformata per gelosia dalla maga Circe in mostro dotato di testa e corpo di donna e di un’appendice pisciforme da cui sporgevano teste di cani feroci, per l’orrore di sé si gettò in mare prendendo dimora nello stretto di Messina di fronte alla rupe di Cariddi, mostro marino che ingoia e rigetta tre volte al giorno l’acqua del mare.
  • Orfeo: figlio di una musa, cantore talmente abile da incantare perfino gli animali e la natura stessa. Impazzito dal dolore per la morte della sua sposa Euridice, Orfeo scese nell’Ade e cantando la sua disperazione riuscì a commuovere le divinità infere, che gli concessero di ricondurre la moglie sulla Terra a condizione che durante il viaggio la precedesse e non si voltasse a guardarla fino a quando non fossero giunti alla luce del sole, ma il cantore non resistette e perse il suo amore definitivamente.
  • Teseo: eroe figlio del re di Atene, Egeo; partì per Creta con i giovani ateniesi che costituivano il tributo annuo dovuto al Minotauro, creatura dal corpo di uomo e dalla testa di toro nata dalla passione della moglie di Minosse, re di Creta, per un toro bianco, suscitata da Poseidone per punire il mancato sacrificio di quell’animale sul proprio altare. Teseo entrò nel labirinto di Cnosso, costruito dall’architetto Dedalo per imprigionare il Minotauro, uccise il mostro e con l’aiuto di Arianna, figlia di Minosse, riuscì a ritrovare l’uscita dipanando e poi riavvolgendo il filo da lei legato all’ingresso. Dopo aver abbandonato Arianna, innamorata di lui, sull’isola di Nasso, Teseo tornò ad Atene, ma dimenticò di issare le vele bianche che avrebbero indicato al padre il successo dell’impresa, così Egeo, credendo il figlio morto, si buttò nel mare che da lui prese il nome.
  • Dedalo: architetto, scultore e inventore ateniese senza pari, costruì il labirinto per il Minotauro e suggerì ad Arianna l’espediente del filo per aiutare Teseo, incorrendo così nell’ira di Minosse, che imprigionò l’architetto stesso e suo figlio Icaro nel labirinto. Per liberarsi Dedalo costruì due paia di ali saldando con la cera delle penne, poi ammonì il figlio a non volare troppo vicino al sole, ma il giovane, esaltato per l’esperienza, dimenticò i consigli e volò troppo in alto, facendo sciogliere la cera e precipitando nel mare.
  • Prometeo: titano che forgiò l’uomo dal fango, su incarico di Zeus, poi rubò il fuoco dall’Olimpo per donarlo agli uomini e rimediare così alla sconsideratezza del fratello Epimeteo che, incaricato di distribuire agli esseri viventi le diverse qualità, aveva favorito gli animali non lasciando nulla per l’uomo. Questo gesto attirò su Prometeo l’ira di Zeus, che lo fece inchiodare a una rupe dove ogni giorno un’aquila gli avrebbe mangiato il fegato, che ogni notte sarebbe ricresciuto. Per punire anche gli uomini, Zeus creò la donna in modo che fosse bella al pari delle dee, la chiamò Pandora e le donò un vaso contenente tutti i mali ancora sconosciuti all’umanità, con il divieto di aprirlo. La curiosità di Pandora fece sprigionare sulla Terra tutti i castighi di Zeus, mentre l’unico dono buono contenuto nel vaso, la speranza, rimase incastrato all’interno.
  • Mida: re della Frigia a cui Dioniso donò la facoltà di mutare in oro tutto ciò che toccava, conducendolo in punto di morte per la fame e la sete.
  • Narciso: giovane di indescrivibile bellezza, vanitoso e insensibile, che rifiutò l’amore della ninfa Eco causandone la morte (di lei sopravvisse solo la voce) e per questo gli dei lo punirono facendolo innamorare della propria immagine riflessa in uno specchio d’acqua, finché morì di fame e sete, incapace di staccarsi da essa.

 

Il manuale di cultura generale – Mitologia – La mitologia greca – Continua

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