La forma più grave di reazione allergica (anafilassi). Uno shock anafilattico può manifestarsi in modo improvviso nell’arco di secondi o minuti, ma talvolta anche dopo un’ora o più dal contatto con l’allergene. L’abnorme liberazione di istamina causa una massiccia vasodilatazione e un’imponente permeabilità capillare nonché la fuoruscita di plasma sanguigno dai capillari (exemia plasmatica, nota anche come emorragia bianca) e insufficienza circolatoria acuta periferica. Il cuore, nel tentativo di mantenere un’adeguata pressione sanguigna, inizia ad accelerare il proprio ritmo; questo aumenta, ma la pressione sanguigna precipita comunque; ne consegue una scarsa irrorazione di cuore, polmoni e cervello; da ciò deriva una crisi cardiocircolatoria che, a sua volta, provoca la perdita di coscienza e il collasso. Se l’intervento non è tempestivo, si può verificare la morte del soggetto. Lo shock anafilattico può verificarsi quando un individuo sviluppa una particolare ipersensibilità verso un determinato allergene. I fattori scatenanti più comuni sono alcuni cibi (arachidi, mandorle, noci ecc.), il veleno di insetti (api, vespe ecc.) e alcuni farmaci. Lo shock anafilattico è imprevedibile; se a un precedente contatto con l’allergene l’anafilassi è stata lieve, non significa che la volta successiva non si possa andare incontro a una reazione allergica gravissima. È per questo motivo che ai soggetti ritenuti a rischio viene suggerito di portare con sé farmaci, come per esempio l’adrenalina, atti a contrastare la reazione.
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