La gravidanza è lo stato fisiologico in cui si trova la donna dal giorno del concepimento al parto. La gravidanza dura circa 280 giorni, mentre la gravidanza legale è diversa nelle varie nazioni. Una diagnosi precoce può essere effettuata tramite il test di gravidanza che fissa la ricerca e il dosaggio del pregnandiolo nelle urine.
Dopo circa due settimane dalla fecondazione termina il periodo germinale e inizia il periodo embrionale, nel quale cominciano ad abbozzarsi e a differenziarsi tutti i principali apparati che dovranno costituire l’organismo. Dopo che sono trascorsi 60-70 giorni dalla fecondazione, s’inizia a parlare correttamente di feto. Tutti gli organi arrivano gradatamente alla loro struttura semi-definitiva, tale da permettere, al momento della nascita, un’autonomia fisiologica dell’organismo.
Il parto è la fuoriuscita del feto (e la successiva espulsione della placenta, l’organo deputato agli scambi metabolici tra la madre e il feto, costituita da una parte materna e da una fetale, il corion) dall’organismo materno. Nelle donne, a seconda della lunghezza della gravidanza, si distinguono il parto a termine (o normale, che avviene fra 275 e 295 giorni dall’inizio dell’ultima mestruazione), quello precoce (fra 265 e 275 giorni), quello prematuro (fra 180 e 265 giorni) e quello tardivo (o serotino, dopo 295 giorni). Si distinguono poi il parto semplice (con un solo feto), quello gemellare (due feti), quello multiplo (più di due feti).
La quantità di dolore sofferto dalla donna durante il parto varia in maniera notevole. Molti sono i fattori che influenzano la percezione del dolore: la paura, la quantità di parti precedenti, la presentazione del feto, alcune idee culturali sul parto, la posizione in cui si partorisce, il sostegno ricevuto durante il travaglio, i livelli di beta-endorfina e la soglia di dolore naturale peculiare della gestante.
Esistono molte tecniche con cui si cerca di attenuare la dolorabilità del parto, fino ad arrivare a tecniche chirurgiche (parto cesareo).
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