Ragadi anali
Ulcerazioni generalmente localizzate a livello del margine posteriore dell’ano, molto più raramente sono localizzate sul margine anteriore.
La ragade può insorgere quando la dilatazione dell’ano è eccessiva; la cute infatti può lacerarsi e poi rompersi; solitamente la dilatazione eccessiva è dovuta al passaggio di feci eccessivamente voluminose e dure, come accade solitamente ai soggetti che soffrono di stitichezza cronica. Quando la cute si rompe si ha la formazione, nella zona anale, di un taglio dal quale si ha una perdita sanguigna. Se lo strappo cutaneo non è particolarmente esteso e la defecazione è regolare, la ferita può rimarginarsi spontaneamente nel giro di alcuni giorni senza che vi siano ulteriori conseguenze; il problema diventa cronico quando invece si hanno lacerazioni ricorrenti nella stessa zona tali da non consentire che la ferita si rimargini.
Salmonellosi
Insieme di manifestazioni a carattere morboso causate da batteri del genere Salmonella. Le fonti di contagio sono rappresentate dall’ingestione di alimenti contaminati (soprattutto carne, uova, cibi precotti), dal contatto con portatori e dalla permanenza in ambiente ospedaliero.
La sintomatologia della salmonellosi è alquanto variegata; nell’uomo, essa ha un tempo di incubazione che varia fra le 12 e le 72 ore e la gravità dei sintomi è alquanto variabile.
Sindrome metabolica
Nota anche come sindrome da insulino-resistenza, sindrome X e sindrome dismetabolica, è una condizione clinica particolarmente preoccupante associata a situazioni come il sovrappeso e l’obesità. È molto diffusa; i dati indicano, infatti, che il problema interessa poco meno della metà delle persone adulte che si trovano al di sopra dei 50-60 anni di età. Dal punto di vista clinico, un soggetto può ritenersi affetto da sindrome metabolica quando sono presenti almeno tre dei valori di riferimento indicati sotto:
- pressione arteriosa superiore a 135/85 mmHg.
- valore dei trigliceridi superiore a 150 mg/dl.
- colesterolo HDL inferiore a 50 mg/dl nella donna e inferiore a 40 mg/dl nell’uomo.
- glicemia a digiuno superiore a 110 mg/dl.
- circonferenza addominale superiore a 88 cm per le femmine e 102 per i maschi (conformazione a mela).
Le cause sono da ricercarsi essenzialmente in uno scorretto stile di vita.
Teniasi
Patologia provocata dalla tenia, un verme parassita.
La malattia è inizialmente asintomatica; in seguito, generalmente dopo pochi mesi, possono verificarsi episodi di nausea o vomito, dolore a livello epigastrico, stipsi alternata a diarrea, calo ponderale anche se il soggetto si nutre normalmente, debolezza, moderata eosinofilia (concentrazione di eosinofili nel sangue più elevata della norma) e fuoriuscita di segmenti del parassita per via anale; in alcuni casi, invero molto rari, può verificarsi perforazione intestinale.
Tumore del colon-retto
Terminologia generica con la quale si identificano diversi tipi di neoplasia che possono interessare diverse sedi (retto, colon prossimale, colon discendente, colon trasverso e sigma).
Le cause del tumore del colon-retto restano sostanzialmente sconosciute; si riconoscono però alcuni fattori di rischio: polipi neoplastici, malattie infiammatorie intestinali, fattori occupazionali, dietetici e genetici.
Le lesioni neoplastiche che si sviluppano nel colon destro sono generalmente di grandi dimensioni e hanno la tendenza a sanguinare con facilità. La sintomatologia è abbastanza tardiva; le perdite ematiche si mescolano alle feci che, quando si trovano in questa sede, non si sono ancora del tutto formate. Uno dei primi segni del tumore del colon-retto può essere un’anemia la quale è causata dalla perdita di sangue, minima, ma continua. Altri segni e sintomi sono stitichezza alternata a diarrea, fastidio a livello addominale, tenesmo rettale (spasmo doloroso dell’ano), alterazione del calibro delle feci, prurito anale, bruciore anale, sensazione di corpo estraneo a livello del retto. Nelle fasi più avanzate si registrano un notevole decadimento delle condizioni fisiche, forte dimagramento, perdita dell’appetito, nausea e vomito.
Gli esami diagnostici più utilizzati nel caso si sospetti la presenza di una neoplasia colo-rettale sono la colonscopia, il clisma opaco, la TAC, la risonanza magnetica e l’ecografia.
La terapia può avvalersi di chirurgia, chemioterapia e radioterapia. Se possibile, quando il tumore viene ritenuto operabile, l’intervento chirurgico di asportazione (colectomia) può rivelarsi curativo.
Tumore dell’esofago
Neoplasia che origina nei tessuti dell’esofago e può avere sia natura benigna che natura maligna (carcinoma).
Il carcinoma esofageo può, al suo esordio, passare completamente inosservato. Il primo e più comune sintomo che generalmente un soggetto avverte è la disfagia (si avverte cioè una certa difficoltà nella deglutizione; in alcuni casi si può avere la sensazione che il cibo si fermi durante il passaggio nell’organo esofageo).
I tumori maligni dell’esofago sono neoplasie molto aggressive e nella stragrande maggioranza dei casi la prognosi è purtroppo infausta.
Tumore dello stomaco
Locuzione generica con la quale ci si riferisce a un gruppo di patologie neoplastiche che colpiscono lo stomaco, di natura maligna o benigna; si tratta soprattutto di adenocarcinomi. Attualmente non si è giunti a identificarne con sicurezza le cause, è stata però individuata una serie di fattori di rischio, legati ad altre patologie, ad abitudini di vita. all’ambiente, a caratteristiche individuali (età, sesso maschile, storia familiare, regime alimentare scorretto, acloridria, cioè assenza di acido cloridrico nel succo gastrico, presenza di Helicobacter pylori, gastrite atrofica, obesità ecc.).
Ulcera peptica
Processo patologico di cui esistono due forme principali, l’ulcera gastrica (ulcera dello stomaco) e l’ulcera duodenale (ulcera del duodeno).
Un ruolo fondamentale nell’insorgenza di ulcera peptica è sicuramente svolto dalla secrezione gastrica di acido cloridrico e pepsina. In condizioni fisiologiche, sia la mucosa gastrica sia quella duodenale non vengono danneggiate dalle secrezioni acido-peptiche; si ritiene quindi che l’insorgenza di un’ulcera sia da imputare a uno squilibrio tra i fattori aggressivi (acido gastrico, pepsina e altri fattori gastrolesivi quali farmaci o batteri) e fattori protettivi (secrezione di muco, bicarbonato, prostaglandine, flusso sanguigno della mucosa e turnover cellulare).
In alcuni soggetti, per molto tempo, la patologia è asintomatica, ma, nella maggioranza dei casi, si manifesta con dolenzia epigastrica trascorsa mezz’ora dal pasto. Altre manifestazioni delle ulcere peptiche sono la nausea e il vomito.
L’approccio terapeutico all’ulcera peptica può essere di diverso tipo (aggiustamento dietetico e assunzione di farmaci). La chirurgia è generalmente riservata ai casi gravati da complicanze (emorragie cospicue, perforazioni, occlusioni ecc.).
Manuale di cultura generale – Medicina – Disturbi e patologie dell’apparato gastrointestinale (R-Z) – Continua