Un fenomeno non viene solo sintetizzato dai suoi indici di posizione, ma anche dagli indici di variabilità.
Se abbiamo due soggetti, uno che mangia due polli e uno che non ne mangia, è vero che la media è di un pollo a testa, ma è anche vero che la deviazione standard dei nostri dati è 1, indicando che la maggioranza dei casi rilevati ha mangiato un pollo in più o uno in meno rispetto alla media.
Diventa perciò importante capire come i valori osservati si disperdano attorno al valore medio.
Il più semplice indice di dispersione è il campo di variazione dei valori, cioè la differenza fra il maggiore e il minore. Il semplice buon senso ci fa capire che quanto più ampio è il campo di variazione, tanto meno significativa può essere la media aritmetica nella descrizione del fenomeno; si pensi al caso di un insieme di persone fra le quali ce n’è una ricchissima e le altre con reddito normale: il campo di variazione è molto grande e la media è fuorviante perché tiene “troppo conto” del peso dell’unico nababbo.
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