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Il Settecento

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Il XVIII sec. rappresenta in tutta Europa l’età dei “lumi”, ma in Germania lo sviluppo della cultura illuminista è preceduto da un fenomeno di rinascita spirituale, figlio della Riforma protestante, noto con il nome di pietismo per la sua esaltazione della sensibilità personale nell’esperienza della fede, che non deve essere ridotta a questioni dottrinali e dogmi, ma essere vissuta da ciascuno nella quotidianità. Questo movimento, di natura religiosa, influenza anche la vita letteraria tedesca, perché favorisce l’affermazione di una tendenza al soggettivismo, che sopravvive anche durante il dominio della ragione imposto dalle istanze illuministe, ponendo le basi per la successiva rinascita del sentimento. In Germania, infatti, l’illuminismo non raggiunge mai le vette più radicali del razionalismo come in Inghilterra o in Francia, ma sviluppa una più moderata concezione della ragione come capacità di comprendere e organizzare anche le dimensioni della sensibilità e di valorizzare gli aspetti che rendono diversi gli uomini, invece che accomunarli. Per questo motivo le prove migliori dell’illuminismo tedesco non derivano dall’applicazione dell’estetica razionalista dell’equilibrio, delle regole e della morale, ma dalla comprensione che l’opera d’arte nasce dal lavoro congiunto di razionalità e sentimento. Questa comprensione viene fatta propria da quello che è considerato il padre della poesia moderna tedesca, Friedrich Gottlieb Klopstock, e dal principale illuminista tedesco, Gotthold Ephraim Lessing, per i quali il sentimento è rappresentato soprattutto dalla religiosità dell’uomo e dal suo rapporto con la natura.

Lessing esprime nella sua opera tutte le sfaccettature dell’illuminismo tedesco: nei saggi promuove un cristianesimo tollerante e razionale piuttosto che dogmatico e rivelato, mentre nell’attività drammaturgica sostiene il valore etico del teatro, come strumento di educazione e di costruzione di un’identità culturale tedesca, ma rifiuta le rigide norme del classicismo e i principi aristotelici; il risultato è la creazione di un teatro nazionale basato sì sulla verosimiglianza, ma intesa come rappresentazione della realtà borghese tedesca nella sua spontaneità e vivacità, senza per questo perdere di vista l’intento morale di fondo.

L’esigenza di espressione della soggettività, fortemente sentita dalla coscienza borghese individualista, trova terreno fertile, più che nel teatro, nel romanzo. Esso permette infatti di esplorare sia il sentire sia il pensare di un individuo, inteso come soggetto autonomo rispetto alla società, di cui pure fa parte. I primi romanzi tedeschi, sulla scia dei pionieri inglesi, sono d’avventura o sentimentali, indirizzati verso l’esaltazione della libertà e dell’intraprendenza del protagonista o verso lo scavo psicologico dei suoi sentimenti. Dalla fusione fra questi due tipi di produzione nascerà la tipologia di romanzo tipica del tardo classicismo e del romanticismo tedeschi, il Bildungsroman, cioè il romanzo di formazione, che segue lo sviluppo psicologico e la costruzione della personalità del protagonista attraverso le sue vicende e il suo percorso culturale.

La crisi del razionalismo settecentesco e la deviazione verso il sentimentalismo raggiungono il culmine nel movimento dello Sturm und Drang (tempesta e impeto), che nella seconda metà del secolo riunisce giovani intellettuali animati da uno spirito vitalistico e passionale, desiderosi di riaffermare la spontaneità dell’opera d’arte e l’intuizione del genio, accomunati dalla sete di libertà e ribellione. Il massimo rappresentante del movimento è il giovane Goethe, che nelle sue prime opere ne esprime tutti i valori; gli altri esponenti non raggiungono un livello altrettanto alto e si dedicano soprattutto al teatro, con drammi brevi e concitati, che costituiscono la forma più adatta all’espressione diretta e impetuosa del sentimento e alla rappresentazione del contrasto dialettico tra l’individuo geniale e la società, che anticipano i temi del romanticismo.

Johann Wolfgang Goethe è considerato il più illustre esponente della letteratura tedesca; egli inizia l’attività letteraria nello spirito del movimento dello Sturm und Drang, in cui compone l’opera che lo renderà famoso, il romanzo epistolare I dolori del giovane Werther.

Nel teatro vero e proprio, è invece Friedrich Schiller il principale autore del classicismo tedesco.

L’equilibrio instaurato dal classicismo di Goethe e Schiller si incrina già alla fine del Settecento con le prime radici del romanticismo, rappresentate soprattutto dal poeta Friedrich Hölderlin. Sotto l’influenza del classicismo, questo autore sviluppa un forte interesse per la Grecia antica in cui tuttavia ammira, più che i modelli di equilibrio e rigore, quelli di realizzazione dell’armonia tra uomo e natura, a cui l’uomo romantico anela ormai invano (Iperione o l’eremita in Grecia). Ai poeti, secondo Hölderlin, spetta il compito di rinnovare il rapporto tra il divino e l’umano, troncato dall’allontanamento dalla natura.

 

Manuale di cultura generale – Letteratura tedesca – Il Settecento – Continua

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