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Il Settecento

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Il passaggio dal Seicento al Settecento è dominato dal regno di Pietro I il Grande, che avvia una riorganizzazione dello Stato finalizzata a rendere la società russa moderna, compiutamente laica e al passo con le potenze occidentali. A queste ultime, in un’ottica di emulazione e competizione, lo zar si ispira nei propri interventi, e per via di questa apertura si parla di occidentalizzazione della Russia. L’intervento riformistico è particolarmente incisivo in campo culturale: la semplificazione dell’alfabeto cirillico rende la cultura maggiormente accessibile e viene introdotto l’obbligo di studio con soggiorno all’estero per i giovani aristocratici, finalizzato a favorire la specializzazione e la produzione di testi soprattutto in ambito tecnico-scientifico, funzionali al progresso della società. Per la letteratura vera e propria, invece, il periodo di fioritura si apre nella seconda metà del secolo, con il regno di Caterina II, sostenitrice delle nuove idee illuministiche provenienti dall’Europa e promotrice dell’influenza culturale francese, dell’istruzione e della sperimentazione letteraria. Il clima creato dalla zarina favorisce lo sviluppo di una cerchia culturale nobiliare che, “russificando” i modelli europei, definisce la lingua e i generi letterari, aprendosi alla satira e al giornalismo, elevando il romanzo dallo status di genere popolare, affermando finalmente la poesia come genere autonomo, non semplicemente celebrativo.

Decisiva è in particolare l’attività di Lomonosov, umanista e scienziato, fondatore della prima università russa, che con la sua riflessione linguistico-letteraria stabilisce le regole canoniche della versificazione russa e applica la dottrina classica dei tre stili (alto, medio, basso) alla letteratura, codificando la lingua da utilizzare (più vicina allo slavo ecclesiastico oppure al russo) a seconda del genere prescelto. Per questo motivo Lomonosov viene considerato il padre della lingua letteraria russa moderna.

Il processo di russificazione dei generi letterari occidentali favorisce poi l’interesse per il teatro, genere prima colpito dalla condanna religiosa, poi relegato al livello popolare, infine riabilitato, ma conosciuto soltanto nella traduzione di opere straniere. Una produzione teatrale originale e di soggetto russo viene avviata invece dalla metà del secolo da Sumarokov, fondatore del primo teatro stabile russo, che rifacendosi alla drammaturgia francese mette in scena la realtà quotidiana o la storia russe, proponendosi di intrattenere e, allo stesso tempo, educare il pubblico.

Alla fine del secolo le idee illuministe si mescolano a una maggiore sensibilità emotiva nella tendenza definita sentimentalismo, che introduce un interesse per la vita interiore dell’individuo, anticipando la stagione romantica. Ne sono espressione il filone della narrativa di viaggio di stampo intimistico e quello dei romanzi su amori infelici, entrambi inaugurati da Nikolaj Karamzin. Molti intellettuali della fine dell’Ottocento, tuttavia, vengono colpiti dalla censura e dalla repressione a causa del timore suscitato in Caterina II dalla Rivoluzione francese, che conduce la zarina a rovesciare il proprio atteggiamento verso gli ideali libertari.

 

Manuale di cultura generale – Letteratura russa – Il Settecento – Continua

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