Alla fine del I sec. d.C., con la morte di Domiziano, termina la dinastia Flavia e ottiene il potere un nobile senatore, Nerva, che ripristina una politica di equilibrio tra imperatore, senato e poteri militari, ormai inevitabilmente coinvolti nel governo. Con Nerva, inoltre, la successione dinastica viene sostituita da quella per adozione, che conduce al potere Traiano, ufficiale di origine spagnola. Traiano regna per vent’anni riportando un clima disteso nell’impero e occupandosi dei problemi sociali, ma anche ampliando notevolmente i confini dello Stato con nuove conquiste.
La situazione di pace stimola lo sviluppo della cultura.
Giovenale è l’ultimo autore di spicco della satira, genere destinato successivamente al declino. Come sottolinea lo stesso poeta, le sue satire sono ispirate da un forte sentimento di indignazione per i vizi e le prepotenze a cui assiste quotidianamente a Roma, indignazione che riversa con aggressività e deformazione grottesca nelle sue opere. Una pungente amarezza prevale, in queste poesie, sull’ironia tipica della satira.
Un intimo amico di Tacito, Plinio il Giovane (nipote di Plinio il Vecchio), è invece il testimone delle vicende della società colta e mondana dell’epoca di Traiano; il suo Epistolario (Epistularum libri) è di grande interesse perché descrive manifestazioni culturali, spettacoli poetici, personaggi di spicco, vita familiare, affari e occasioni mondane, ma anche eventi eccezionali come l’eruzione del Vesuvio (di cui è la principale fonte di informazioni per noi), e questioni politico-sociali di rilievo come i primi processi contro i cristiani.
Manuale di cultura generale – Letteratura latina – L’età di Nerva e Traiano – Continua