Gaio Giulio Fedro (I sec.) rappresenta una voce isolata della letteratura latina, in quanto autore di celebri favole (fra cui La rana e il bue e Il lupo e il cane); non fu particolarmente apprezzato dai contemporanei poiché la favola non era particolarmente considerata. I cinque libri superstiti delle Fabulae consistono in un centinaio di componimenti, scritti con lo scopo di divertire il lettore con scene di carattere comico, ma anche con finalità educative.
Fedro riconosce il greco Esopo come suo ispiratore, dando tuttavia alle sue favole maggiore dignità letteraria, riscrivendole in versi senari.
Particolare influenza ebbe su La Fontaine e anche su Giacomo Leopardi che lo apprezzò per il suo stile sobrio, ma elegante.
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