Ludovico Ariosto è il poeta più rappresentativo della fase culturale del rinascimento. Le vicende alterne della sua esistenza testimoniano la vitalità del mecenatismo delle corti dell’epoca e ne mostrano gli aspetti positivi, ma anche negativi: nato a Reggio Emilia, Ariosto lavora per tutta la vita sotto la protezione degli Estensi, che da un lato gli garantiscono il sostentamento e finanziano la sua attività letteraria, dall’altro gli impongono incarichi burocratici e cautele ideologiche che sottraggono tempo e libertà espressiva alla sua poesia. L’insofferenza per questa situazione emerge chiaramente nelle Satire.
L’opera più nota e significativa di Ariosto è però il poema epico-cavalleresco Orlando furioso, sintesi della visione umanistico-rinascimentale dell’uomo e della vita. Il poema esprime, infatti, la contraddittorietà umana e l’imprevedibilità della vita, sottratta a qualsiasi stabile disegno divino, attraverso la sua struttura aperta, priva di unità di azione, con numerosi racconti e personaggi che si intrecciano tra loro espandendo all’infinito la trama. Il tema epico, con la guerra tra cristiani e saraceni, si mescola con il tema sentimentale del folle amore di Orlando per Angelica e con la celebrazione della dinastia estense. Il distacco con cui l’autore contempla le vicende della natura umana conferisce infine all’opera una concretezza ironica che esprime lo spirito di un’epoca.
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