Gabriele D’Annunzio è uno dei protagonisti del decadentismo europeo e il portavoce di quello italiano. Per primo, infatti, questo autore sviluppa i temi e le tecniche letterarie dell’artista decadente, aristocraticamente orgoglioso, che vuole affrontare suggestioni, riflessioni ed esperienze estetiche e sensoriali inedite.
D’Annunzio nasce a Pescara ed esordisce in poesia adolescente con la raccolta Primo vere, che lo espone subito all’attenzione della critica. Gli studi a Roma permettono a D’Annunzio di inserirsi negli ambienti sia letterari sia mondani più in vista, nei quali presto fa molto parlare di sé. In questo primo periodo, l’autore sviluppa il proprio estetismo in una visione panica e sensuale della vita, dando molto spazio al rapporto con la natura. Successivamente D’Annunzio si apre al confronto con il decadentismo europeo e rielabora la filosofia di Nietzsche sviluppando un proprio modello di “superuomo”, estraneo a considerazioni etiche: la vitalità e la sensualità dell’esistenza, sperimentate a tutti i livelli al di fuori del comune, diventano il centro della vita e dell’opera di D’Annunzio, che per questo esplora tutte le possibilità espressive.
Risultato di questa svolta sono soprattutto i romanzi Il piacere, Il trionfo della morte e Le vergini delle rocce, che chiudono l’Ottocento con una radicale trasformazione della sua tradizione. Contemporaneamente, la relazione artistica e personale con l’attrice Eleonora Duse conduce D’Annunzio a sperimentare la scrittura per il teatro.
Gabriele D’Annunzio (fonte: Wikipedia)
Nei primi anni del Novecento, in un periodo di tranquillità e di lontananza dalla vita mondana, D’Annunzio torna alla poesia con i tre libri delle Laudi, dei quali l’ultimo, Alcyone, è considerato il suo capolavoro. Con queste raccolte, D’Annunzio opera un rinnovamento e un’estensione delle potenzialità del linguaggio che saranno determinanti per tutta la poesia novecentesca.
I temi dei versi successivi sono per lo più patriottici e ricchi di retorica, ma D’Annunzio sviluppa anche una prosa intimistica di memoria, durante un periodo di isolamento in Francia a causa dei debiti. Il ritorno in Italia dell’autore, nel 1915, coincide con l’inizio del suo impegno politico attivo a fianco degli interventisti, sostenitori della partecipazione dell’Italia alla Prima guerra mondiale. Su questo fronte, D’Annunzio si rende protagonista di gesti clamorosi che diventeranno leggenda, come il volo su Vienna per spargere volantini in favore dell’intervento bellico e, dopo il conflitto, l’occupazione di Fiume per la delusione della “vittoria mutilata”. Dopo il fallimento di questa impresa, D’Annunzio si ritira nella villa sul lago di Garda che diventerà poi il Vittoriale degli Italiani, un monumento alla straordinarietà della sua persona e della sua vita. Qui il poeta compone le ultime opere e muore nel 1938.
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