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Dante Alighieri

Il testo sottoriportato è protetto dal diritto d’autore e ogni riproduzione (cartacea, elettronica, in Internet) deve essere esplicitamente autorizzata per evitare di incorrere nelle sanzioni previste dalla legge.

Dante Alighieri è considerato il padre della letteratura italiana e il più grande poeta italiano. Nasce a Firenze nel maggio del 1265 in una famiglia della piccola nobiltà guelfa fiorentina, e cresce quindi nell’ambiente delle tensioni tra fazioni cittadine, che avrà un ruolo fondamentale nella sua vita.

A nove anni, secondo la narrazione della Vita Nuova, risale il cruciale incontro con Beatrice, che ispirerà l’amore sublimato poi decisivo per il percorso poetico e spirituale di Dante. Il poeta, in realtà, sposa a vent’anni, e senza amore, Gemma Donati. Negli stessi anni, Dante inizia l’attività tra i guelfi e avvia il proprio percorso poetico, sulla scia delle scuole siciliana e siculo-toscana, inserendosi nella nuova corrente dello stilnovismo insieme all’amico Cavalcanti.

Nel 1290, la morte di Beatrice causa in Dante una profonda crisi spirituale, che lo induce a immergersi in rigorosi studi teologici e filosofici, che completano la sua formazione culturale e retorica e da cui derivano i saldi principi morali che lo guideranno contro passioni e debolezze per tutta la vita. Questo percorso trova rappresentazione nella Vita Nuova, opera mista di prosa e versi. È la storia dell’amore del poeta per Beatrice, sottoposta a un processo di idealizzazione che conduce a una concezione cristiana, e non più cortese, dell’amore, in cui la donna rappresenta un tramite per la visione mistica e la contemplazione del divino.

L’attività politica intanto non viene abbandonata, e nella spaccatura interna che vede i guelfi dividersi tra Bianchi (sostenitori di una politica autonoma e più laica) e Neri (sostenitori del legame con il papato), Dante si schiera con i primi, manifestando la propria avversione alle mire egemoniche di papa Bonifacio VIII. Per questo motivo, mentre il poeta è a Roma come ambasciatore presso il papa, quest’ultimo appoggia i Neri nella conquista di Firenze. Essi accusano Dante di baratteria e lo condannano a morte in contumacia, costringendolo all’esilio.

Dopo aver abbandonato i Bianchi fuoriusciti che intendevano tentare il rientro a Firenze con le armi, Dante inizia la sua vita di spostamenti attraverso varie città in cui gli viene offerta ospitalità presso grandi famiglie nobili. Sono anni di intensa attività intellettuale, che trovano espressione, nel primo periodo, nelle riflessioni teoriche del Convivium e del De vulgari eloquentia.

Il primo, rimasto incompiuto, è progettato come un’opera enciclopedica costituita da trattati a commento di canzoni, tutta in volgare per promuovere la diffusione del sapere al di là della ristretta cerchia dei dotti. Il secondo è un trattato sulla natura e sulle potenzialità del volgare, che apre le riflessioni sull’esigenza di individuare un “volgare illustre” da stabilire come lingua letteraria per tutte le regioni d’Italia. Anche il De vulgari eloquentia è rimasto incompiuto, ma è scritto in latino perché è ai dotti che Dante vuole rivolgersi per mostrare la potenziale dignità del volgare come lingua della cultura e sollecitare un dibattito in merito.

Dante Alighieri (fonte: Wikipedia)

Dante Alighieri (fonte: Wikipedia)

Nel 1307, il poeta fiorentino inizia probabilmente la stesura del suo capolavoro, la Divina Commedia, che lo impegna fino alla morte.

Tre anni dopo, la discesa in Italia dell’imperatore Arrigo VII di Lussemburgo accende in Dante nuove speranze per il ritorno dell’ordine e dell’equilibrio tra autorità imperiale e autorità papale. Oltre che nelle epistole inviate direttamente ad Arrigo VII, il poeta esprime le proprie prospettive politiche nel trattato in latino De monarchia, che sostiene la necessità di una monarchia universale con una netta distinzione delle sfere d’azione dell’imperatore e del papa. Tutte le speranze sono però vanificate dalla morte improvvisa di Arrigo VII pochi anni dopo.

Dante rifiuta di accettare il vile compromesso di ottenere un’amnistia a condizione dell’ammissione di una colpa che non aveva, e vede così confermata la propria condanna a morte. In seguito a questo episodio, il poeta trova ospitalità a Verona presso Cangrande della Scala, al quale dedica la cantica del Paradiso con un’epistola.

L’ultimo trasferimento porta Dante a Ravenna, dove muore di malaria nel settembre del 1321.

 

Manuale di cultura generale – Letteratura italiana – Dante Alighieri – Continua

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