Shakespeare è il più grande scrittore della letteratura inglese e uno dei più grandi drammaturghi della letteratura occidentale. Nasce probabilmente nel 1564 a Stratford-on-Avon, in una famiglia della borghesia agiata, ma sono poche le informazioni note sulla sua vita dopo il matrimonio (probabilmente riparatore) con Anne Hathaway, fino all’arrivo a Londra dove Shakespeare inizia l’attività di attore nella principale compagnia teatrale del tempo, quella sotto la protezione della regina Elisabetta prima e del re Giacomo I poi.
La produzione teatrale di Shakespeare si estende per oltre 20 anni a cavallo del 1600, ma non è possibile definire una cronologia precisa perché l’autore si concentra sulla rappresentazione delle sue opere più che sulla loro pubblicazione, da lui mai curata in prima persona. I quaranta drammi di Shakespeare a noi pervenuti sono infatti frutto di pubblicazioni non autorizzate di concorrenti e speculatori, spesso molto diverse le une dalle altre e con molti errori, e di una raccolta postuma realizzata da attori colleghi del poeta, anch’essa però non necessariamente corrispondente alla volontà dell’autore.
William Shakespeare
Si possono individuare tuttavia alcune fasi nella produzione di Shakespeare. A un periodo giovanile appartengono i drammi storici Enrico VI e Riccardo III, incentrati su avvenimenti della storia inglese recente, e la commedia La bisbetica domata sulla scia della farsa popolare misogina. A una fase più matura appartengono invece le tragedie storiche Riccardo II, Enrico IV ed Enrico V, che si allontanano nel tempo indagando le cause delle vicende rappresentate nei drammi storici precedenti. A questo periodo risalgono anche la tragedia più nota di Shakespeare, Romeo e Giulietta, incentrata sulla vicenda sentimentale più che sul dramma umano, la tragedia Giulio Cesare e le commedie più raffinate, Sogno di una notte di mezza estate (intreccio di più storie in un mondo fantastico), Il mercante di Venezia, Molto rumore per nulla, La dodicesima notte e Le allegre comari di Windsor. La terza fase della produzione shakespeariana è caratterizzata da una generale amarezza che produce drammi a tinte fosche come Amleto con un personaggio difficile da comprendere, dominato da oscura follia e desiderio di vendetta, e commedie non del tutto serene come Tutto è bene ciò che finisce bene, improntata a un cupo pessimismo. La quinta fase, nel periodo dell’ascesa di Giacomo I (1603), comprende le più grandi tragedie di Shakespeare: Otello, Re Lear, Macbeth, Antonio e Cleopatra incentrate sulla questione del male e delle sue origini.
L’ultima fase è quella del ritiro di Shakespeare a Stratford-on-Avon, dove scrive testi destinati a un teatro privato e caratterizzati da una visione del mondo più positiva, come Racconto d’inverno e La tempesta.
Alla produzione non teatrale appartiene invece la raccolta dei Sonetti, con cui Shakespeare rivisita forme poetiche tradizionali con ironia e un linguaggio del tutto personale, rovesciando, per esempio, l’amore idealizzato dei petrarchisti.
Nel 1613 Shakespeare abbandona l’attività teatrale e poetica e tre anni dopo muore.
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