L’Ottocento viene definito il “rinascimento americano” perché è la fase in cui l’America acquisisce coscienza di una propria lingua e di una propria letteratura, grazie alla pubblicazione dei primi romanzi in cui l’eredità puritana si mescola ai temi dell’esplorazione, del viaggio pionieristico, della libertà democratica, che fondano il nuovo Paese.
Il movimento romantico giunge attraverso l’Inghilterra, sviluppando alcuni temi propri dell’America delle origini: individualismo, semplicità della vita, amore per la natura, la libertà e l’uguaglianza.
Nei primi anni dell’Ottocento, il centro letterario più importante degli Stati Uniti è New York.
Washington Irving è il primo letterato americano a conquistare fama internazionale con il Libro degli schizzi in cui descrive scene di vita inglese. Nei suoi romanzi James Fenimore Cooper inizialmente tratta la lotta tra bianchi e indiani (L’ultimo dei Mohicani), poi le avventure di mare (Il corsaro rosso) e infine passa al romanzo sociale e storico (La spia, ambientato nel periodo della guerra di indipendenza americana).
I tre grandi narratori principali dell’Ottocento americano sono Nathaniel Hawthorne, Edgar Allan Poe e Herman Melville.
Hawthorne, originario di una famiglia puritana del Massachusetts, trascorre una vita ritirata e tranquilla immerso nella problematica riflessione morale alimentata dal contrasto tra le proprie convinzioni personali e gli ideali puritani. Le questioni morali e il loro manifestarsi nell’individuo e nella società sono il tema centrale di tutta la produzione letteraria di questo autore, soprattutto del suo capolavoro, La lettera scarlatta, incentrato su un adulterio.
Poe è un anticipatore di generi e tendenze nuovi che saranno tipici del Novecento con il suo interesse lucido e a tratti morboso per le ossessioni e le zone oscure della psiche umana. Questo interesse trova riscontro anche nella vita tormentata dell’autore, ribelle dal carattere difficile, inquieto e consumato dall’alcol e dal gioco d’azzardo a soli quarant’anni. Alle necessità economiche si devono i racconti di Poe, altrimenti poeta per vocazione (celebre Il corvo), pubblicati su riviste e testimoni di una straordinaria capacità evocativa che, attraverso situazioni angoscianti e misteriose, esplora le lacerazioni della personalità umana. Deve la sua notorietà ai Racconti pubblicati in circa 25 anni di attività; fra quelli meglio riusciti si annoverano Il gatto nero, William Wilson, Il pozzo e il pendolo, Il cuore rivelatore, I delitti della Rue Morgue.
Melville riflette nei suoi romanzi le esperienze avventurose vissute per mare su mercantili e baleniere, utilizzando la nave come rappresentazione simbolica del mondo. Questa tematica viene sviluppata in particolare nel suo capolavoro, Moby Dick, l’epica narrazione della caccia del capitano Achab a una balena bianca, che esplora una varietà di dinamiche e comportamenti umani e affronta la grande questione della conoscenza e dei suoi limiti.
Alla metà del secolo anche la poesia raggiunge una propria maturità, soprattutto grazie all’opera di quella che successivamente sarà considerata la maggiore poetessa americana, Emily Dickinson, che dopo una tranquilla adolescenza e il distacco dal puritanesimo decide di chiudersi nella casa paterna in totale isolamento. Gli unici rapporti della Dickinson in questi circa trent’anni di isolamento sono gli scambi epistolari, tramite i quali propone le proprie poesie, solo sette delle quali vengono pubblicate in vita. I temi principali della poesia di quest’autrice sono la morte, la natura, l’amore, l’eternità, punti di riferimento esistenziali osservati con acutezza attraverso il velo dell’incertezza e della transitorietà della vita comune.
Manuale di cultura generale – Letteratura inglese – La prima metà dell’Ottocento americano – Continua