Solo a partire dal XIV sec. d.C. gli autori iniziano a firmare le proprie opere e la poesia inglese intraprende un percorso originale, che vede come protagonista Geoffrey Chaucer, considerato il padre della lingua inglese per averle dato per primo dignità letteraria senza mescolarla con le lingue colte, il francese e il latino. La particolarità di Chaucer è l’abilità di unire i frutti della propria solida formazione culturale francese, italiana e latina alle esperienze di vita personali, molto vaste grazie ai numerosi viaggi diplomatici e commerciali. Emblematico in questo senso è il capolavoro di questo autore, I racconti di Canterbury, una raccolta di novelle (influenzata probabilmente dal Decameron di Boccaccio) raccontate da un gruppo di pellegrini riuniti in una locanda situata sulla strada da Londra a Canterbury. Tutte le classi sociali dell’Inghilterra del tempo sono rappresentate e descritte con finezza psicologica e leggera ironia, fornendo un quadro realistico della società e dei cambiamenti in corso all’interno di essa con lo sviluppo della classe borghese.
Dopo la morte di Chaucer, nella letteratura inglese del Quattrocento si apre una fase di transizione in cui non si manifestano altre grandi personalità al suo livello, nonostante prosegua lo sviluppo di una cultura laica e borghese, con molte opere politiche, moralistiche o di attualità.
Il Quattrocento è però anche il periodo di nascita e sviluppo del teatro, che ha origine dalle rappresentazioni drammatiche legate alla liturgia ecclesiastica e progressivamente elaborate fino ad adottare il volgare al posto del latino e ad assumere scopo di intrattenimento al di fuori dell’ambiente religioso. Si distinguono quindi spettacoli realizzati a corte, rappresentazioni dotte all’interno delle università e spettacoli comici di compagnie di attori professionisti.
Geoffrey Chaucer è considerato il padre della lingua inglese; il suo capolovaro è The Canterbury Tales.
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