Omero è il primo e più grande poeta greco e una delle figure più enigmatiche di tutta la letteratura occidentale. Le notizie biografiche su di lui sono poche, incerte, e tutte leggenda più che storia: un cantore cieco e girovago di cui diverse città vantano la paternità, vissuto tra il IX e l’VIII sec. a.C.
A partire dall’età ellenistica si è aperto tra gli studiosi il dibattito sulla “questione omerica”, continuato fino al ‘900, che mette in discussione la stessa esistenza storica di Omero, l’eventuale cronologia della sua vita, l’appartenenza di Iliade e Odissea allo stesso autore o a due o più autori diversi. I risultati di questo dibattito sono stati diversi e nessuno può essere sostenuto con totale certezza, ma oggi prevale la convinzione che i due poemi siano nati come due nuclei di materiale epico unitario, arricchiti successivamente dal procedere della trasmissione orale. Che Omero sia esistito o no, la sua figura mantiene il suo valore simbolico di primo cantore di un’intera civiltà. Pressoché unanime è tuttavia la posizione degli studiosi riguardo alla posteriorità dell’Odissea rispetto all’Iliade, desumibile da indizi linguistici e contestuali contenuti nel poema. Le due opere comunque vengono entrambe messe per iscritto la prima volta nel VII sec. a.C. per ordine di Pisistrato, tiranno di Atene.
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