Tra il VII e il V sec. a.C. si sviluppa un nuovo genere di poesia, incentrata non più su avvenimenti esterni e collettivi, bensì sulle emozioni soggettive del poeta: la poesia lirica. Anche la lirica, come l’epica, inizialmente viene recitata oralmente, con un accompagnamento musicale, tuttavia non alle cerimonie pubbliche, ma durante banchetti privati, con un pubblico più ristretto e selezionato.
L’area culturale più sviluppata in questo periodo è quella delle colonie ioniche dell’Asia minore, da dove provengono alcuni fra i principali poeti lirici: Archiloco di Paro, autore di numerosi epodi sulla propria esperienza di guerra e di esplicite liriche erotiche, e Mimnermo, autore di elegie d’amore e liriche storiche.
Importante anche l’opera di Anacreonte della quale ci sono pervenuti circa 150 frammenti in dialetto ionico, con qualche omerismo e qualche elemento eolico. La poesia di Anacreonte è conviviale, spesso su temi erotici, espressi comunque in modo elegante e misurato, con l’eros che resta un gioco e il banchetto un avvenimento gioioso.
Anacreonte è famoso anche per averci lasciato l’anacreontica, cioè una poesia breve e accessibile. Solitamente si va dagli otto ai sedici versi composti dalle cinque (quinari) alle otto (ottonari) sillabe. Ad Anacreonte si ispira la cosiddetta poesia anacreontica, genere poetico e letterario che caratterizzò il XVIII secolo in Europa, nato all’interno dell’ambiente rococò, Esempi di anacreontiche le abbiamo nella poesia di Jacopo Vittorelli (che operò a cavallo del 1800 con composizioni che furono anche messe in musica da Schubert e Bellini) o di Giosuè Carducci (per esempio, San Martino).
La personalità poetica dell’età arcaica più nota nella cultura occidentale proviene però dall’isola eolica di Lesbo: la poetessa Saffo. Vissuta tra la fine del VII e l’inizio del VI sec. a.C., Saffo è stata oggetto di numerose e svariate leggende più o meno fondate, tra cui quelle sulla sua bruttezza, sull’amore per il barcaiolo Faone, che l’avrebbe condotta a buttarsi da una rupe, sulla sua presunta omosessualità. Quest’ultima è da ricondurre alla comunità di fanciulle aristocratiche, detta tìaso, votata al culto di Afrodite e presieduta da Saffo come guida e maestra di eleganza, musica, canto, in preparazione alle nozze: nella cultura del tìaso l’amore tra persone dello stesso sesso ha valore pedagogico ed etico. Proprio l’amore e la bellezza sono i temi centrali della poesia di Saffo, che con uno stile semplice, ma raffinato, evoca tutta la sintomatologia dell’amore, dalla passione al dolore, alla solitudine, alla gelosia, al ricordo. La lingua preziosa e musicale accentua la delicatezza e l’intensità delle poesie di Saffo, di cui rimangono frammenti e una sola lirica intera, la Preghiera ad Afrodite.
Di Lesbo è anche l’altro principale poeta della lirica eolica, Alceo, contemporaneo di Saffo e autore soprattutto di liriche a tema conviviale e militare, che riflettono la sua esperienza di vita, e di cui restano celebri le forti invettive e l’esaltazione del vino.
Manuale di cultura generale – Letteratura greca – La poesia lirica (Anacreonte e Saffo) – Continua