Alla fine dell’età arcaica, tra la fine del VI e l’inizio del V secolo a.C., nasce una nuova lirica corale, slegata dal mondo aristocratico e più aperta alla vita reale. I poeti, veri e propri professionisti, cantavano avvenimenti della vita reale ed erano pagati per la loro opera che aveva una funzione essenzialmente celebrativa.
Fra i più celebri lirici corali sono da ricorda Simonide, Bacchilide e soprattutto Pindaro, poco apprezzato ai suoi tempi per le sue idee conservatrici, sia in politica sia nella religione. Aristofane di Bisanzio raccolse l’opera di Pindaro in 17 libri, 11 di carmi sacri e 6 di carmi profani. Particolarmente noti sono i quattro libri che celebrano i vincitori di gare sportive, fra cui le Olimpiadi.
Lo stile di Pindaro è solenne, teso al sublime, in un mondo quasi parallelo alla realtà reale; dal suo stile deriva la locuzione volo pindarico che oggi può avere sia una valenza negativa (divagare, saltando da un ragionamento all’altro senza logica) o positiva (saltare da un argomento all’altro mostrando notevoli capacità digressive, mantenendo un filo conduttore nel discorso).
Manuale di cultura generale – Letteratura greca – La lirica corale (Pindaro) – Continua