Jean-Paul Sartre è considerato il padre dell’esistenzialismo francese per i suoi contributi sia filosofici sia letterari. Nasce a Parigi agli inizi del Novecento e dopo gli studi di filosofia inizia a insegnare mentre si impegna sia nell’indagine filosofica sia nell’attività letteraria, raggiungendo fama internazionale con il romanzo La nausea. In questo romanzo, e nella successiva raccolta di racconti, Il muro, viene rappresentata la consapevolezza esistenzialista dell’assurdità della vita, in cui l’uomo è costretto a muoversi solo, privo di valori, tutti ormai smitizzati dalla storia, e condannato a subire il peso della responsabilità della scelta, a cui in nessun modo si può sfuggire, pur non vedendone il senso.
Subito dopo questi successi, nel 1939 Sartre viene fatto prigioniero dai tedeschi e interrompe per qualche anno la sua attività intellettuale, partecipando anche alla Resistenza dopo la sua liberazione.
In seguito, lo scrittore riprende gli studi pubblicando l’importante ricerca filosofica L’essere e il nulla, in cui pone le basi per la diffusione dell’esistenzialismo francese, che avverrà soprattutto attraverso la rivista Les Temps Modernes, di cui Sartre è direttore fino alla morte.
L’autore si concentra soprattutto su aspetti etici e unendo esistenzialismo e marxismo porta avanti la sua riflessione anche nei suoi numerosi romanzi, drammi e saggi, sostenendo la necessità dell’impegno dell’intellettuale, che egli stesso cerca di mettere in pratica avvicinandosi al Partito comunista.
Nel 1964 Sartre rifiuta il premio Nobel per la letteratura, ma continua a scrivere finché non viene colto da una malattia alla vista, negli ultimi anni di vita, quando ormai è un personaggio pubblico autorevole.
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