Ciclo narrativo di Rabelais, il cui titolo è usato comunemente per indicare l’insieme dell’opera, composta di cinque romanzi che raccontano le vicende di Gargantua e di suo figlio Pantagruel.
Il tono dissacrante e sarcastico di Rabelais attirò l’attenzione dei teologi della Sorbona, costringendo l’autore (che era prete secolare, dopo essere stato frate) a effettuare modifiche al testo dei primi due libri, mentre la pubblicazione del quarto libro gli costò anche la prigione. L’indicazione succinta delle avventure principali, che hanno per protagonisti giganti pacifici e di buon carattere, non può riprodurre il tono comico e grottesco, con inclusione di brani di umorismo grasso o dissacranti, nei quali l’autore innesta le sue riflessioni sulla religione, sull’educazione e sulla politica, condite della sua satira pungente, accentuata dai nomi parlanti da lui inventati (quasi sempre intraducibili), alternando il livello comico al livello sublime, il discorso popolare a quello dotto. Per dire le sue verità, Rabelais non ha scritto un trattato, ma un romanzo, nel quale lo scherzo esprime la gioia di vivere e la certezza della bontà umana e, in nome dello spirito umanitario, incoraggia il lettore alla tolleranza. Rabelais avverte i lettori che “È meglio scrivere sul riso che sulle lacrime, poiché il riso è la caratteristica distintiva dell’uomo” e che occorre non fermarsi all’aspetto esteriore del racconto, ma nutrirsi del suo succo. Nel corso del ciclo, i due giganti, Gargantua e suo figlio, Pantagruel, si evolvono dalle figure comiche e grottesche dei primi due libri alle personificazioni di ideali umanistici e cristiani degli ultimi libri nei quali Pantagruel si fa psicologicamente più simile agli altri uomini, mentre il discorso morale, che sta a cuore all’autore, diviene più scoperto.
Nell’insieme, l’opera è da considerare il capolavoro del Rinascimento europeo e forse l’opera più originale della letteratura francese, nonostante le difficoltà di lettura e di interpretazione che essa presenta. Nel suo sforzo di unire la cultura antica a quella moderna e nell’affermazione dell’attività umana, l’opera si pone alle origini della forma del romanzo e della letteratura moderna.
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