Tragedia di Racine. Nell’Epiro, nel palazzo di Pirro, figlio di Achille, Ermione, venuta appositamente da Sparta, attende le nozze promesse con lui. Ma Pirro la trascura per amore di Andromaca, la sua schiava, moglie di Ettore, morto dopo la caduta di Troia.
Preoccupati che l’amore di Ermione possa non essere corrisposto, gli spartani inviano Oreste, per chiedere a Pirro Astianatte, figlio di Andromaca e di Ettore. Oreste è innamorato di Ermione e spera che Pirro rifiuti e dimentichi Ermione, che potrebbe così ricambiare il suo amore.
Dopo diversi capovolgimenti di fronte, Andromaca accetta l’offerta di Pirro, con l’intenzione di sposarlo, garantire la sua protezione al figlio e quindi uccidersi. Ermione, offesa, chiama Oreste e, in nome del suo amore, gli chiede di uccidere Pirro.
Nel duello Oreste uccide Pirro e corre da Ermione per riferirle l’accaduto; ma Ermione crolla per il dolore e respinge Oreste che impazzisce. Ermione corre a suicidarsi sul cadavere del promesso sposo.
L’opera è il primo esempio del teatro di Racine, dove la nuda passione s’intreccia al realismo psicologico.
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